mercoledì 28 aprile 2010

torbalinga

Uscivo con la meta del sesso e del mare.
Nel pomeriggio, quando la giornata era ancora calda e il traffico non ingorgava le vie, Aprilia appariva un deserto di cemento e crateri.
Percorrevo la Pontina con il finestrino abbassato.
La campagna, gli arbusti di vite e i pascoli mi consolavano, ricordandomi che quell'arteria immonda e fetida di smog non era l'unica realta', che ancora la nuda terra non era stata vinta dalle automobili e dal bitume.
Poi mi abbandonavo al piacere.
Era bello cambiare donna.
Facevo mio ogni centimetro di quei corpi.
Ogni collo, fianco, culo, vulva, seno, labbra, schiena, capello era mio.
Ognuno di quei corpi, di quelle ragazze, aveva una storia da raccontare.
E io le ascoltavo, con interesse.
Non erano le storie banali delle vere meretrici, quelle che in cambio del sesso si prendono senza pieta' l'anima e il conto in banca.
Spesso mentivano, cosi' mentivo pure io.
E si rideva insieme delle proprie fantasie.
A letto si e' re; nella vita sudditi o ribaldi; o a volte sudditi o a volte ribaldi.
E si oscilla tra il niente e il tutto, tra la noia e l'estasi.
A volte seguiva un appuntamento o una cena e ci si fingeva amanti.
Ci si lasciava teneramente, con un bacio sulle labbra, e poi, quasi sempre, non ci si rivedeva piu'.
Se ci si rivedeva era una festa e si brindava a quel ritrovarsi fortuito.
Con l'addome stanco ma pago mi dirigevo a Torvaianica.
Squarci di mare tra le case decadenti.
Squarci di malinconia e assoluto.
All'ora del tramonto giungevo.
Il tempo di un gelato e una passeggiata e mi posavo a contemplare la dipartita sublime dell'astro.
Qualche anziano col cane, qualche discreta coppia con una macchinetta fotografica.
E io, solo con la mia solitudine.
Il vento mi colpiva sul volto ma ero felice perche' sentivo ardere in me una forza indomita e invincibile.
Una volta gridai alla burrasca il nome di Lei, l'irraggiungibile.
Piansi. E il vento si porto' via le mie lacrime.
Era bello giocare con le forme gratuite della sera, in quella soave brezza mi appariva un destino libero e sensuale.
Senza alcun fine la vita si disvelava possibile.
Era riscoperta, sogno e speranza.
Scorsi una promessa tra le onde e infine ringraziai la notte.