domenica 22 aprile 2012

petus

"In te stesso riposa un mondo. Non cercarlo fuori di te"
(Comenius, Unum Necessarium)


Pepus, Chicazzè, Epiphanius, Evola: la confusione (f)regna sovrana nella mia testa.
Più scavo e più vuoto trovo...vuoto perpetuo.
Alla fine mando bonariamente al diavolo tutti.
Nessuno conosce.
Nessuno conoscerà mai.
E se anche conoscesse, non cambierebbe nulla.


Anche Petus, a parole, ambisce a far parte di questa schiera di illusi.
Parla di "contemplazione".
Ma, ahimè, c'è poco da "contemplare", mio caro Petus, a cominciare dal tuo "penus"...


Ora, e sempre, è inutile "lottare", "ambire", "aspirare".
E' inevitabile, senz'altro: ma inutile.
Anche questi "Signori dell'Io" svaniscono nella polvere come tutti, checchè ne dicano loro.
Lo sfarzo e il rito del faraone verrà dimenticato, si dissolverà nel pulviscolo.

In essi non risiede alcuna elevazione, alcuna scintilla divina.
Solo materia, caduca.
E tanta, tanta, vanità.
La natura non è "divina", nella merda non c'è Dio.

"In te stesso riposa il vuoto, perennemente." (A. C.)

martedì 17 aprile 2012

la zucchina (il bis)

Ancora egli, Closeau.
Dopo essersi scambiato effusioni romantiche con padre Jeorf, allegro frate pederasta di Grattocchie,
(forse all'oscuro delle proprie innocenti pulsioni), Closeau mi conduce in uno di questi massaggi cinesi a due passi da San Giovanni.
Nelle mani esperte di due sbrigative baldracche depositiamo il nostro seme.
Naturalmente Closeau ha trovato di che lamentarsi.
La cinese gli ha quasi staccato il frenulo.

Dal 30 aprile Chaplin la farà finita.
Basta cinesi, basta templi.
Mi parla sempre della Zuzetti.
Adora le sue chiappe secche, il suo volto da strega risecchita.
Il suo membro, di appena dodici centimetri e mezzo, la infilzerà come la lancia che trafisse il costato di nostro Signore Gesù Cristo.
Ella, con gli occhi sbarrati, risorgerà a nuova vita.
Quel cazzetto sarà il suo nuovo dio.
Ella, inoltre, resterà gravida, visto che Pepus schizza forte e lontano, sino a due metri.
La creatura che uscirà dal grembo di Valenzina Zucchetti fiorirà sana e felice, grazie all'amore di un padre finalmente forte e risoluto...
Naturalmente tutto ciò è solo un sogno.
Concediamoci i sogni mio caro Pepus.

Anche io sogno.
Tu, caro Pepus, sai cosa sogno.
Ma non ci concedermo il lusso di rivelarlo qui, dinanzi ai volti grigi dei censori.
Essi, i censori, anelano la stessa identica cosa.
L'amore di una zucchina qualsiasi, possibilmente carina.
Tutto qui.

martedì 10 aprile 2012

la tavola

Riza con le basette, roba da pazzi...
Si è fatta pure i capelli rasta...
Una folta peluria ricciuta le percorre le guance, da sotto le orecchie.
Se non facesse le pompe di profilo manco me ne sarei accorto.
L'odore della pelle negra rende dolciastra la sera.

Tavola analitica del cornificio
(Tableau analytique du cocuage).
Solo un genio poteva scrivere un libello simile.
Un utopista, dissero alcuni.
A cominciare da quell'imbecille presuntuoso di Marx.
Come si può, per un solo istante, ritenere seria una sola parola di Fourier?
Non lo si può.
Fabbricatore di panzane, egli semplicemente cercò di sbarcare il lunario.
Adoro questo mentitore, adoro le sue balle leggere.

Portate le corna uomini. E ridetene.
Un'utopia?
Certo.
Ma infinitamente migliore e più saggia di tante altre.

lunedì 9 aprile 2012

pepus

Petrus Baudo ha paura di confessarsi.
Teme che il prete non gli passi la sua vivace frequentazione di "accompagnatrici".
Ripete in continuazione di avere la coscienza a posto, di non vedere dov'è il peccato.
Il peccato è lì, Petrus Baudo, in fondo alla tua testolina.
E lì giacerà per sempre, come un verme, a roderti la coscienza.
Finchè non ripudierai il tuo obsolescente servaggio vetero (e neo) testamentario, rimarrai
sodomizzato da questo incubo morale, il "peccato".
In poche parole, caro Pepus Baudus, devi licenziare per un pò Dio.
Invece di leggere Faletti e altra immondizia, comincia a leggere Sade, Cioran, Nietzsche.
Non innamorartene però, sarebbe un errore grossolano.
Chi si innamora del pensiero altrui è un ingenuo che verrà deluso.
Quei tre vandali sono unilaterali, conducono al precipizio.
Però farebbero al caso tuo...
Tu non credi in te, Pepus.
Per questo credi in altro da te.

E tu Xela, che cazzo combini?
Nulla.
Leggo me stesso, con la brezza di aprile in faccia.
Ascoltando i Pearl Jam.
Cantando come un idiota, a squarciagola.
Piangendo senza perchè, come un tempo.

venerdì 6 aprile 2012

il prode

Marilena, eccitante come un boiler...
Ancora più eccitante il fatto che si ritenga una "figa"...
Il fatto che esibisca con disinvoltura foto del suo volto (e del suo fisico) orrido non suscita scalpore.
L'essere umano non ha senso estetico, coltiva l'orrido.
Baciate ad occhi chiusi questa vacca, immaginate la sua lingua gigante invadere la vostra bocca.
Esperimenti che neanche Arigates potrebbe concepire.
Polpacci alla Maradona, caviglie spesse come pali della luce.
Tettine flaccide e inesistenti naturalmente, rigonfiamenti al cotone, fuffa e un futuro di silicone duro come marmo
La figa stretta come un uscita del raccordo.
"Ma è dentro?" vi chiederete e con orrore scoprite di non sentire nulla,
sebbene il vostro cazzo sia grosso come quello di un toro.

Passando ad altro, devo elogiare il caro Mario Prodi.
Il suo barolo del 2006 era ottimo.
Esempio di vita, mi ha insegnato molte cose.
Coltivatore di vizi che terminano nella scatologia, ha allevato, seppur brevemente, una coscienza parassita e romantica, la mia.
La depravazione morale di Prodi, camuffata dal più aristocratico bon ton,
è uno stimolo che non cessa di sedurmi.

Un elogio anche a Peter Joseph.
L'ultimo Zeitgeist è l'ennesimo capolavoro.
Il finale, con tutta l'umanità che ripudia il danaro, è sublime.
Peccato che non succederà mai.

Da ultimo la cara Paola.
Le tante battaglie civili, tra cui quella contro l'inceneritore, riempiono di senso
la sua vita.
Che si vive a fare?
Per amare e cambiare in meglio il mondo.
Cose buone, eccellenti anzi.
Pur tuttavia alle rivoluzioni preferirò sempre la fica.

Il cielo stellato sopra di me.
La fica calda dentro di me.