giovedì 29 settembre 2011

opus

E allora: chi è questo Xela?
Non c'è dubbio: egli è Mr. Hide, la cattiva coscienza che si gratifica di sè.
Egli è un oltraggio vivente a tutto: tuttavia è solo per mezzo dell'oltraggio che si riappacifica
col mondo.
I suoi fini, pur essendo lubrici, sono onesti.
I suoi mezzi sono diretti: perciò egli non divaga mai.
Sopratutto egli è un saccheggiatore, un ladro...ma solo di ciò che gli torna utile.
Egli possiede tutti i vizi, nessuno escluso: tuttavia assolve se stesso con indulgenza e nel praticare tali vizi usa equilibrio e oculatezza, come nel maneggiare il veleno.
Egli ha una brama potente di godere: tuttavia asseconda la propria voluttà con l'imperio della ragione.
I suoi propositi, come le sue fantasie, sono carnali, grezzi, spicci;
tuttavia gli piace pregustare con una certa affabilità i ritardi e i preliminari suscitati dall'oggetto corporale -i corpi sono oggetti- su cui è caduta la sua attenzione sessuale (l'unica possibile).
Inutile dire che gli piacciono le donne (e alcune trans: ma solo in quanto donne), sopratutto le adolescenti che hanno appena dismesso l'età dell'incanto...
Il primo mestruo... il seno appena sbocciato da succhiare... la vagina stretta che si dilata piano piano per mezzo della saliva e che si unge d'un fuoco liquoroso...
il sospiro caldo di una quindicenne : ecco le cose più belle della vita!

L'intero universo non vale una adolescente.
Xela vive essenzialmente per queste cose.
Tutto il resto è un contorno.

martedì 27 settembre 2011

tufetto

Vi ricordate del caro Fabio?
Sandali da frate, volto da sagrestano ritardato, testa tozza e tonda da mongolo, sempiterna bava alla bocca.
Poteva essere un Baldo: invece è rimasto una larva.
Vuol dire che era il suo destino.
Mi ricordo quando si scatenava al karaoke in una pizzeria ai Landi con la dolce minorata Dora...erano per lui momenti di rivincita suprema, occhi socchiusi, il ciuffo nero
e spettinato in una posa ribelle, la voce stonata e troglodita...
Recentemente ho saputo da a.r. che Grey lo avrebbe "maltrattato"...
Grey, con il suo fare da erudito saccente e la sua sottile ironia, si sarebbe nuovamente accanito, sull' "inferiore" (culturalmente e fisicamente) Fabio...come se l'erudizione e (sopratutto) il fisico malarico di Grey potessero dargli il sordido diritto di prendere in giro un povero disgraziato.
Cercai di svegliare questo simpatico baccalà dal torpore provinciale in cui ristagnava, ma fu tutto inutile.
Il terrore verso le malattie veneree, una sessuofobia allucinata (per esempio provava disgusto verso lo sfintere femminile), un moralismo da sagrestano fallito, gli impedivano il "miracolo" del piacere e di conseguenza qualsiasi riscatto esistenziale e sociale.
Lo vedo spesso vagare come un demente per feste paesane, biblioteche e centri commerciali, alla ricerca di qualcosa di arcano, come un'identità perduta che non riesce mai a trovare a causa di una profonda viltà interiore, che invece egli considera "virtù"...
Ti riscatterai caro Fabio?
Oppure marcirai nella casetta di campagna di Lanuvio masturbandoti a vita?
Ora, non credere che il "riscatto" sia qualcosa di trascendente e irraggiungibile come la Luna.
Ognuno si "riscatta" dalla vita con i mezzi che il buon Dio gli ha concesso.
Per esempio: tu hai un talento assoluto per la mediocrità (non temere: tutti siamo mediocri, ma qualcuno ogni tanto eccelle in essa...mentre le eccezioni alla mediocrità sono spesso destinate alla tragedia della solitudine, a causa del loro genio).
Devi solo quindi mettere in pratica questo talento.
Ed è facile.
Prendi la Pontina e svolta sull'Apriliana o su via del Tufetto.
Troverai delle negre, creature culturalmente inferiori a te, che tuttavia faranno addrizzare il tuo laido pene (il pene, secondo il codice etico, è sempre laido).
Perderai la virtù (e la verginità da sagrestano) e scoprirai il piacere in mezzo al fango e alle zanzare.
Scoprirai che anche questo, il godere di una schiava nigeriana, questa barbara effrazione etica,
è l'anabasi di una emancipazione interiore... di un riscatto.
Ora tutto ciò, per i seguaci del codice, della morale, tutto ciò appare come un miserevole atto egoistico.
Non possono immaginare che lì, in mezzo al fango e alle zanzare, per mezzo d'una schiava negra, possa adempiersi, seppur fugacemente, un destino totale, una legge fatale che s'impone con l'imperscrutabilità dell'estasi e della santità...
La venuta del Cristo, ad esempio, avvenne in condizioni del tutto analoghe..

Buone seghe a vita Fabio.

lunedì 26 settembre 2011

resoconti xeliani

Non c'è che dire: a vederli sembrano due piccolo borghesi...e in realtà lo sono.
Baldo, da buon fascista-monarchico-massone-buddhista-cristiano-berlusconiano, con una coscienza pulita e un senso di orgoglio per le proprie origini (i suoi avi furono notabili);
Xela invece, essendo stato un marxista, è un piccolo borghese "problematico", con una coscienza egoista e spavalda che anela piaceri mondani e avanza in modo anarchico...
Xela non sublima mai: gode, se può.
Se non può, incassa, come uno stoico o uno zen.
Essendo poco incline a risoluzioni che modificano la realtà in modo bruto, l'unica (o quasi) vendetta di cui Xela è capace, è il suo pensiero, che con sempre più zelo riporta su un blog
sconosciuto seguito da una dozzina di fannulloni come lui.
Quando vuole vendicarsi di qualcuno, che magari lì per lì ammazzerebbe, prende un pezzo di carta e scrive: Tizio è un farabutto, un evirato, una carogna, etc.;
poi mette un francobollo e spedice il tutto alla santa sede o al dalai lama...e così gli passa la rabbia.
Anzi, dopo questa "operazione epistolare", si sente pronto a perdonare "misticamente" la canaglia che lo ha offeso.
Xela poteva essere uno qualunque dei disadattati descritti da Dostoevskij:
tuttavia non lo è.
E non lo è perchè crede unicamente nel suo cazzo e nel suo stomaco...
Cazzo e stomaco che, beninteso, lo avrebbero già portato alla rovina se non fosse stato per un'educazione cattolica e contadina trasmessagli dalla madre; educazione -tesa alla preservazione dell'esistente e radicata in lui con pigra accettazione conformista- che gli ha sempre risparmiato brutte avventure.
Xela ha smesso di tormentarsi per il mondo.
Il mondo serve solo per godere... e su ciò si fonda la riconoscenza di Xela per l'esistenza.

Ora ecco i due amici sulla Tuscolana, all'altezza del civico xxx, verso le ventitre di un sabato di fine settembre.
Sono in macchina perchè Clouseau (Baldo) ha dato un appuntamento alla escort Antonia.
Ormai escono solo per scopare escorts: ne sono felici, al pari di quei signori medioevali che provavano gioia nel proferire cospicue elemosine alle prostitute del volgo.
Antonia non è ancora arrivata, forse è andata a comprare una crema per la cellulite in farmacia.
Ed ecco lo svolgersi (agognato) di un sogno: da una finestra una ragazza formosa con indosso vestitini succinti maneggia escatologicamente un paio di mutandine (escatologicamente perchè per i due amici, Dio è lì, in quelle mutandine).
Clouseau va sotto alla finestra e goffamente tenta un approccio con la ragazza vestita in modo succinto.
Tuttavia il "look" da emigrato albanese di Clouseau, la sua barba giallognola, non fanno colpo
sulla ragazza...così interviene il maestro Xela e il gioco è fatto.
La ragazza si presenta con una amica, sono poco più che ventenni, vengono da San Paolo.
Sono delle professioniste del piacere; e ciò naturalmente fa impazzire di gioia Xela.
Una si chiama Tania; l'altra, biondina, non ricordo.
Il cazzo di Xela si gonfia: vuole scopare Tania (che assomiglia vagamente alla sua ex, piccola, brunetta, fianchi larghi, culo sodo e tatuato con sopra una scritta cinese).
Avviene il sinallagma, con contentezza reciproca.
Tania scopa molto bene, pomicia, succhia, masturba...
Xela le sborra, senza guanto, sull'ano.
Clouseau invece trascura l'amica biondina di Tania e va da Antonia.
Viene alla pecorina.

Il mondo è il culo sodo e largo di una giovane donna in calore.
Vogliamo culi, seni, lingue, fighe, bocchini, fiati caldi di tribadi.
Sopratutto vogliamo bei visi freschi, la bruttezza ci ripugna.
Siamo oltre la catabasi...

Xela e Baldo lo fanno, versano seme sul mondo

domenica 25 settembre 2011

lubrus

Per comprendere come ci si possa convertire a qualcosa, ad una fede o ad una ideologia, bisogna partire dalla nostra inconciliabilità col mondo, con l'altro, con l'intera realtà.
La nostra coscienza per poter sopravvivere a questa inconciliabilità,
-che scinde costantemente persino noi stessi-,
deve "barare": deve cioè credere a qualcosa che -pur non esistendo- ci unisca al mondo,
(all'altro, alla realtà, etc.) in tal modo riconciliandoci ad esso.
L'alternativa evidentemente è la schizofrenia, la frantumazione infinita, la fine della sovranità della coscienza.
Esempi estremi: il cristiano e il Buddha.
Entrambi questi dementi dovettero conciliarsi, attraverso un'aberrazione, con ciò che per essi era insopportabile.
Il cristiano -che evidentemente non riusciva ad accettare la morte come fine fisica- dovette fondare la resurrezione dei corpi: in tal modo si riconciliò con la sua ossessione per la morte e addirittura la rese desiderabile (ecco l'aberrazione)...
Buddha, nemico della volontà, giunse a perpetrare il finto suicidio della volontà...aberrazione e falsa coscienza di una volontà che si illude di "non volere più"...
come se "non volere più" non fosse pur sempre un volere, il peggiore forse...

La riconciliazione naturalmente può avvenire per vie "laide".
Un esempio, altrettanto "esplicativo", pur tuttavia "ermetico" (la depravazione è sempre ermetica; tuttavia spesso è la strada maestra per la sutura sociale con l'altro):
Appunto n° 41 di Petrolio (acquisto di uno schiavo). Dopo essere stato a Napoli, Tristam si converte al marxismo per l'impossibilità di riconciliarsi con la cultura "alienata" di Giana.
L'indifferenza di Giana è totale, non c'è contatto esistenziale.
Ciò turba Tristam, gli diventa insopportabile.
Deve quindi annettere quella creatura estranea -seguendo la via dell'inganno ideologico- o distruggerla.
Illusoria annessione dell'altro per via ideologica (o psicologica) o distruzione...
Sade sceglie sempre la seconda; Pasolini (forse senza crederci) la prima.

Esiste infine (ma lo sapevate già) una terza via alla riconciliazione: il vostro cazzo.
Naturalmente l'ideologia e la psicologia cercano di asservire il cazzo ai loro scopi: così il cazzo diventa pene.
Esso non parla, tuttavia è eloquente.
La sa lunga, più di tutti voi.

domenica 18 settembre 2011

l'impuro

Che l'ossessione di Pasolini verso l'usura contemporanea, la mutazione antropologica dell'italiano, la coazione del consumo, etc., sia stata profetica, è un'acquisizione postuma consolidata.
Ora ciò, natutalmente, è arcinoto: bisognerebbe perciò non tanto soffermarsi su questa idiosincrasia rimasta senza conseguenze politiche
(inevitabilmente: perchè il capitale in meno di venti anni ha fagocitato senza difficoltà tutti i poveri idioti antagonisti: pci, marxisti, maoisti, marchettari e pseudo intellettuali di sinistra...
il sistema li ha appunto "corrotti" con il sogno del dominio tecnico del mondo, il progresso senza fine, l'umanità redenta per sempre dal bisogno, il benessere, l'incasellamento sociale...essere di sinistra significa solo e sempre volere una fetta della torta, del potere, dopodichè pereat mundum...);
bisognerebbe, dicevo, non tanto soffermarsi su questa idiosincrasia di Pasolini -o su quell'altra
sua fissazione (che sfocia nell'adorazione estetica) verso un sottoproletariato e un mondo rurale assurdamente ritenuti puri e ancora incontaminati dal neo capitalismo del dopoguerra (assurdamente perchè, come Pasolini sapeva benissimo, non esiste niente di puro e niente resta incontaminato)- :
bisognerebbe invece cercare di capire come Pasolini abbia potuto, nonostante tutto ciò, nonostante la corruzione dell'animo umano davanti al potere, continuare a nutrire speranze, continuare a credere in una purezza inflessibile...
Ora Pasolini conosceva bene gli uomini e conosceva anche le stupide distinzioni sociali dell'epoca (borghesi, proletari) -stupide perchè si fermano sulla superficie e non arrivano mai al cuore egoista dell'uomo- e sapeva bene quanto essi, tutti, a prescindere dalla loro nascita, educazione, classe sociale, siano inclini alla corruzione.
Sopratutto, il suo rimanere "marxista", proprio in quel periodo così conformista e ottusamente progressista, non poteva che apparire a sua volta se non come una scelta conformista, aderente cioè alla moda (al modus) di quel contesto.
Tuttavia, tolta di mezzo la moda e l'ideologia, l'occhio che registrava il sorgere di un mondo nuovo e orribile -orribile perchè cancellava di colpo la purezza (sognata) di un vecchio mondo
e la poesia che lo descriveva-, fu il frutto di una lucidità assoluta, imprescrittibile.
La maledizione di un uomo lucido è che non vuole rassegnarsi.
Se si fosse rassegnato, infatti, Pasolini sarebbe diventato parte integrante di quel mondo che ripudiava.
Per questo, coerente con sé stesso, tentò in ogni modo di sfuggire ad esso.
Naturalmente si illuse.
Forse la corruzione era scesa persino lì, tra gli scarti umani che lui frequentava e amava.
O forse essa allignava già da sempre lì e lo attendeva come una matrigna.
Forse la verità si impara solo con la morte...

martedì 13 settembre 2011

la pippa cinese

Si può dire che Baldo abbia superato il suo infernale maestro?
Forse non ancora, tuttavia è sulla buona strada.
Comincia a camminare da solo, con i propri piedi, segno di una rinnovata fiducia in sé...
(Chi avrebbe pensato che il frequentare professioniste sarebbe stato per Baldo pedagogico, addirittura terapeutico? Sta o no così Baldo superando un'insicurezza infantile?
Forse si. Solo un pedagogo come me ci avrebbe scommesso...)
E così mi porta al 34 della via prenestina.
"Pronto buonasera... sono Richard Baldacci. Volevo sapere cosa fate..."
"Buonasela... masagio su tutto colpo con mano, cinquanta eulo..."
"Si...ma si può fare qualcos'altro? date la fica, fate bocchini...?"
"No, no! solo masagio su tutto colpo con mano, tutto colpo..."
Insomma una pippa pe cinquanta sacchi.
Ma come so ste cinesi?
Ci viene la curiosità e andiamo a provare...
Vado prima io (i maestri si immolano sempre per primi).
Mi accoglie una bella segretaria cinese.
(Consiglio: le segretarie sono quasi sempre pezzi di fica, ma non saranno loro a massaggiarvi...
Fatevi mostrare le massaggiatrici a dispozione prima di cominciare, non tutte sono graziose...nel caso in cui non ce ne fosse manco una che vi piaccia vi conviene congedarvi...oppure rassegnarvi, tutto sommato il massaggio è rilassante, anche se farsi masturbare da una racchia, magari anche vecchia, non è il top dell'erotismo).
Musica soft (in sostanza un loop di tre ore e un quarto di Whitney Spears), la segretaria mi fa accomodare in una stanzetta pulita e come un baccalà attendo che sia lei ad occuparsi di me.
Invece compare una cinese flaccida, bruttarella e anziana.
Le dico che voglio un'altra, viene la segretaria, le spiego che a me le vecchie laide non piacciono.
Così per fortuna mi porta Hana, piccolina e cicciottella ma carina e simpatica.
Comincia a parlare di soldi, va bene, il lavaggio dieci eulo, il massaggio "lì" prevede un regalino in più, dammi quanto vuoi, no dimmi quanto vuoi tu mia cara, alla fine tlenta vanno bene (Chaplin invece da buon vecchio spilorcio se la cava con dieci).
Intanto passa una mezz'ora, il massaggio è ben fatto e rilassante...ed ecco piombare Chaplin.
Forse teme che la triade cinese mi abbia fatto a pezzi.
"Salve, dov'è il mio amico?" (che cazzo ne sa la segretaria che io e lui siamo amici?)
"Sono qui!" gli grido dalla stanzetta prima che semini il panico.
"Tutto bene" lo rassicuro.
Così va a farsi massaggiare anche lui (da una racchia da paura: tuttavia eiacula sino al soffitto).
Il massaggio non finisce mai.
Brave cinesi. Senza fretta, infaticabili.
Arrivati "lì" però l'esperienza è comunque modesta (la pippa in sé è un'esperienza mediocre).
Mentre mi fa venire, gli occhi semichiusi e mongoli di Hana guardano in alto, come se sul soffitto ci fosse qualcosa di più interessante da guardare.
Pazienza.
Il massaggio continua per altri venti minuti, senza fretta.
Mi passa il gomito sulla schiena , mi stira le dita delle mani, mi piega le caviglie.
Poi mi fa entrare in una vasca di legno e mi lava dalla testa ai piedi per un'altro quarto d'ora
"Non sei stanca? Mi lavo da solo se vuoi"
"No, no, non ti pleoccupale..."
Mi asciugo, mi rivesto, ringrazio, saluto e me ne vado.
Baldo sta ancora dentro.
Salgo in auto, accendo la radio, mi tolgo le scarpe e guardo la strada.
Novanta sacchi...un pò tanti ma ben spesi.
La prossima volta, mio caro Baldo, mi porterai da Ariana, caucasica dell'est esperta in massaggi con le grandi labbra.
Baldo ha persino rimorchiato Antonella, una non freschissima ma simpatica agricoltrice di Morena.
Fatti sotto vecchio mio, l'amica non vede l'ora di farsi infilzare.
Spassatevela se potete.
La vecchiaia arriverà comunque, ma almeno avrete goduto.

lunedì 12 settembre 2011

l'orgia

Ho svariati amici che si definiscono di sinistra, alcuni addirittura comunisti.
Geppetto (il papà di Peppino), Corrado l'asino volante, il bisex Binda,
i simpatici baccalà genzanesi di sinistra critica con a capo il caro Emiliano Viti.
E' curioso notare come la loro finissima critica si rivolga sempre al laido sistema del capitale
e mai a loro stessi e al loro credo politico, quel rottame della storia che chiamano comunismo.
Tutti ripetono la stessa canzone:
siamo agli sgoccioli, il capitale è finito, non si può andare avanti così, etc. etc.
Nel frattempo il capitale (mercato, finanza, banche centrali) ingloba e incula tutti :
mai è stato più forte, il suo dominio è totale...
Chi può credere ancora nella marionetta della politica?
Che possono fare gli antagonisti, pulci ribelli del sistema?
Il capitale potrebbe scrollarseli di dosso in un attimo, per esempio aumentando salari, sussidi, spazi sociali, etc: la gran parte di questi straccioni smetterebbe di lamentarsi e andrebbe a fumare canne.
Gli antagonisti si propongono di risvegliare le coscienze.
Per proporre cosa?
Una società più equa?
Spiacenti signori, non vi crede più nessuno.
Vi siete giocati le vostre carte e avete perso sempre la partita (giocandola malissimo).
Un'altra cosa: le civilissime socialdemocrazie scandinave.
Ma per fondare questi isolotti di equità sociale (con tanto di libero mercato) bisogna essere quattro gatti.
Perciò: fuori negri e siciliani per favore.
Qualcuno mi dimostri il contrario e sarò lieto d'esser confutato.

Il capitale è il grande vincitore.
Chi suona allegramente la campana a morto del sistema verrà allegramente sepolto dal sistema.
Il problema -il problema che tutti gli idioti di sinistra non mettono mai in discussione- non è il capitale:
è l'uomo, il suo inestirpabile egoismo, la sua implacabile volontà d'inghiottire l'universo.
Per vostra disgrazia, stolidi baccalà di sinistra, l'uomo è intaccato alle radici, l'egoismo alberga in lui sin dall'origine e non se potrà mai liberare...
e anche voi siete marci, intaccati, laidi di egoismo: solo che non avete l'onestà di riconoscerlo.
Godetevi questo spettacolo spettrale : il capitale vi ha inculato ancora una volta.
Se foste stati voi ad inculare il capitale non sarebbe cambiato nulla (la storia ce lo ha mostrato ampiamente).
Violenza, sopraffazione, asservimento, stupro della natura.
Sarebbero cambiate le posizioni.
L'orgia sarebbe continuata.

martedì 6 settembre 2011

la ruina

A tratti divertente -anche se perfettamente inutile- questo pseudo libello di Richard La Ruina.
(A proposito: come poteva l'autore scegliersi uno pseudonimo così altisonante e barocco da sembrare il nome di un perfetto imbecille? Ma va perdonato, come tutti gli inglesi).
L'autore è diventato un maestro supremo della seduzione, le modelle gli cascano ai piedi, aiuta (dietro compenso) gli sfigati a uscire dal tunnel della timidezza e con i suoi consigli innalza l'autostima dei lettori e degli uomini in particolare.
Un benefattore del genere maschile quindi La Ruina.
Senonchè nel suo libello autobiografico (Natural game) di naturale non c'è quasi nulla.
A parte alcune ovvietà sul mostrarsi sicuri di sé, un pò di psicologia d'accatto, l'assurda pretesa di essere "in zona" (cioè fighi) in qualunque momento come robot programmati, banalità evidenti come il vestirsi eleganti (ma per un inglese il vestirsi bene per sedurre una donna non è un'ovvietà),
a parte tutte queste simpatiche fanfuche, radicate nell'auto esaltazione e in un compiacimento di sé quasi nauseante, tutto il libro non è nient'altro che una costruzione artificiosa, un'immensa premeditazione ossessiva nel tentativo di impallinare il maggior numero di prede.
La Ruina è quindi un megalomane ("Sono il miglior seduttore d'Europa": una tale mancanza d'umiltà può solo far sorridere).
Tutte le sue tecniche, la sua terminologia, i suoi suoi stupidi acronimi, i suoi schemetti fanno pensare al delirio di Fourier di intrappolare la realtà in un ordine definitivo, così da piegarla ai suoi desideri strampalati.
Sarebbe interessante vedere Ruina all'opera a Pechino, al Cairo o a Niscemi.
Hai voglia a pippe caro Ruina!
Tutto sommato rimorchiare donne inglesi, anche fiche, dev'essere una cazzata.
Più disinibite delle nostre santerelle italiane, col vizietto dell'alcol, sollevarle la gonnella dev'essere quasi un giochetto.

binda

Chi è Binda?
Un pavone che suo malgrado ha paura della finanza e che la mamma scopra il suo vizietto per l'oppio e le pomiciate coi maschi.
E' anche un amabile e ingenuo idealista.
Tuttavia è la purezza disinibita della loro ingenuità, del loro ideale (il bene esiste e lo incarnano loro, non dimenticatelo), che rende gli idealisti candidi come i bambini.
Solo gli ingenui possono essere felici.

Tra una suonata, una tirata d'oppio, una pomiciata con un maschio e due bracciate d'estate al lago, egli è felice così.
Disdegna il capitalismo, ripugna il denaro e dà ripetizioni alla stessa tariffa d'una nigeriana
(entrambi in nero!)
Preferisce il campeggio agli alberghi di Tokio a cinque stelle.
Non sembra sognare nemmeno il successo (ma in fondo lo anela come ogni artista).

Eppure abbiamo bisogno di questi fanatici dell'illusione (del bene), della loro buona fede, del loro inutile sacrificio. (Ogni sacrificio è inutile perchè si perde e basta, a meno che non godiate nel perdere... come Cristo ad esempio).
Abbiamo bisogno di arte (l'arte, come il bene, è l'illusione suprema) per consolarci del dolore e della storia (la storia è la catastrofe irreversibile, è la rivincita contro ogni speranza... una prova? non vi basta che morirete?)
Questi giovani idealisti, in modo convulso, colorano la vita.
Certo, i loro quadri seccano e marciscono presto.
C'è bisogno di ravvivarli con lo sputo e l'orina.
I fiori del male sono più longevi.
Tuttavia vorrei vedere Binda corrotto.
La purezza che si screpola, che si fa avvolgere dal velo della tentazione.
Binda che ama il lusso, lo spreco, l'accumulo, il potere, il male (o a.r. che va finalmente a meretrici).
Sporcatevi. Infangatevi.
Lacerate il vostro imene. Mettetevi alla prova.
Avete scolato solo qualche bottiglia e fumato escrementi.
Avete avuto qualche allucinazione e l'avete chiamata Dio.
La feccia è ancora tutta giù.
Il male potrebbe piacervi.
Non dimenticatelo mai.

domenica 4 settembre 2011

sans gant

Stirner fu solo un ribelle, nemmeno tanto pericoloso.
Non mise bombe, non ammazzò nessuno.
Non fu nemmeno un utopista (in cosa credette?)
En passant: a rigor di logica non esistono utopisti, poichè nessuno crede (e lotta) in ciò che ritiene irrealizzabile...sono gli altri a credere nel "non luogo" di una teoria, di certo non chi la sostiene.
Stirner non fu nemmeno un anarchico.
Infatti bramava il potere più di ogni cosa.
L'ironia è che solo il potere è veramente anarchico, perchè può fare ciò che vuole (P.P.)
Ora, l'intento di Stirner non poteva certo essere quello di fondare una dottrina o una teoria dell'egoismo assoluto (come ad esempio fece Sade).
L'unico ripugna tutto ciò che lo vincola a qualcosa di esterno a sé e quindi anche ad una teoria che gli dica cosa debba fare.
L'idea di fondare un'associazione tra unici è superflua perchè è già così (in politica, tra stati, persino tra mafiosi ci si accorda tra pari...e appena si può ci si libera dell'alleato per diventare più potenti).
L'unico non è affidabile.

Il destino dell'unico è quindi il deserto, la guerra o la galera.
Stirner lo sapeva.
Eppure, proprio per questo, per questa autocondanna al deserto o all'impiccagione, l'unico suscita una profonda pena.
L'unico non arretra mai (come l'idealista ottuso)...ma la sua lotta è vana.
Sa che il luogo che vorrebbe raggiungere gli sarà sempre sbarrato dall'altro...e l'altro è come lui, un altro unico e irriducibile imbecille che vuole il mondo ai suoi piedi...
Commiseriamo questo miserabile che si divora le viscere.

L'unico per fortuna è inutile.
L'Altro fiorisce, espande e dona.
Cosa ne sarebbe dell'egoismo senza la gioia profusa dall'Altro?
Cosa ne sarebbe delle narici senza il profumo di una donna?

Non vedo l'ora che M. torni.
Le chiederò di venire in crociera con me.
Sans gant naturalmente.

giovedì 1 settembre 2011

il pupazzo

L'unico modo per amare Dio è di non considerarlo tale.
Trasformatelo in un perdente, in un uomo debole e mortale: solo così susciterà la vostra umanità.
Ecco perchè (quasi) tutti (tranne i megalomani) tollerano Cristo e maledicono invece Dio.
Dio sarà sempre odioso perchè è Dio.
La prepotenza (per un mistero perverso) si accompagna sempre all'onnipotenza.
Nessuno può amare a lungo un prepotente.
Del resto i panni che indossa sono sempre gli stessi (Zeus, lo scorbutico idiota del Vecchio Testamento etc).
Solo il perdente può vincere alla lotteria della simpatia.
(E per questo Quinzio optò per un dio impotente, per un fallito: solo il fallimento redime, solleva, accomuna).

Ecco una tesi interessante:
chi ama Dio deve rinnegare l'uomo, chi ama l'uomo deve rinnegare Dio.
Aut aut : i due sono incompatibili, non si può allo stesso tempo amare la potenza e l'impotenza, il finito e l'infinito.
Quinzio fece la sua scelta (barando): per non rinnegare Dio lo rese impotente (e incapace di salvarci).
Niente più salvezza (resurrezione).
La salvezza non è più necessaria quando si accetta onestamente la disperazione.
Ecco il genio (Quinzio): forse questa scelta (accettare la disperazione) è impossibile;
tuttavia (per credere) non ne abbiamo altre.
Le altre due alternative, del resto, dovettero apparire a Quinzio ben peggiori:
Dio non c'è, oppure Dio è un onnipotente e mostruoso cinico (e non merita di essere creduto)...

Alla fine con Dio si può fare ciò che si vuole.
E' un pupazzo che si piega e asseconda ogni nostra infinita perversione.
Rinunziare a questo pupazzo significa rinunziare al gioco più eccitante e sottile che la nostra mente abbia mai escogitato.
Non fate gli sbruffoni, il pupazzo ha sempre liquidato i suoi presunti becchini, persino Feurbach e Nietzsche furono due miserandi attentatori.
Il pupazzo ha sempre vinto ed è sempre risorto.
Perchè si è sempre piegato al nostro desiderio, alla nostra perversione e alla nostra nostalgia.
Volete essere così idioti da vivere senza desiderio e nostalgia, senza alcun giocattolo?
Volete essere così perversi, così masochisti?
Fate pure.
L'augurio, gente arida, è che vi colga il dubbio (l'invincibile fascino del dubbio risiede nella sua reversibilità totale), che il pupazzo vi assili proprio quando eravate certi di averlo sepolto e di esservene liberati per sempre.
Vi troverete sempre l'ombra del pupazzo tra i piedi.
In fondo vuole solo giocare (ma anche voi lo volete!).
Quando (e se) vi sarete stufati di Lui potrete scagliarlo dove vorrete oppure ringraziarlo per la compagnia.
E' persino così astuto da nascondersi.
Solo chi si nasconde sa farsi desiderare (e odiare naturalmente).
A nascondino vince sempre Lui: noi non lo troveremo mai mentre Lui troverà sempre noi.
Non è giusto?
Certamente.
Ma non prendetevela, non dite che non esiste, che non c'è... è la cosa più ovvia del mondo!
Che farvene di questa misera ovvietà?
Vivreste forse meglio in un mondo ovvio?
O giocare con il pupazzo è infinitamente più eccitante?