venerdì 17 febbraio 2012

torrino

Cos'è il Paradiso...
E' sussurrare nell'orecchio di Bliana "ti amo" dopo averle sborrato dentro.

Alcuni "gironi infernali"...

Pinolina Zuzetti: quanti cazzi hai preso? quanti ne hai succhiati con ardore?
Uno, due, forse nessuno...tapina, ammosciatrice...che sciagura...

Dana: le rughe avanzano, come metastasi invadono il cervello e la vulva.
Una mummia con velleità.

Cubelli: molto male.
Il suo amore non corrisposto per Paterbaldi la strugge.
Fatti sotto Cubelli: succhiare Paterbaldi non è impossibile (c'è riuscita Noemi!)

Fabux: rimandato a settembre.
Anzi, rimandato per sempre.

A.r.: non pervenuto.
L'ultima volta era un semidio.
Può solo migliorare.

Beppino, Antoin, Patrizio Gucci: irrecuperabili.
Ristagnano nella palude della demenza.

La new entry Patrizio Gucci ci riserva molte sorprese.
Gite a Londra, denunce contro anonimi all' avvocato Volpi...

Tu, mio caro Paterbaldi, come vedi, non compari.
Incrocio tra Nietzsche e Pippo Franco, vaghi nel Limbo, come me.

Il Paradiso è al Torrino, a mezz'ora di strada.
Si può comprare, con un pezzo da cinquanta.

le amanti

Ana e Zana sono due ragazze che vendono deliberatamente il proprio corpo.
Non ritengono che una tale scelta sia immorale o lesiva di alcunchè.
Ritengono che morire di fame sia assai peggio.
Nel loro paese di origine, la Romania, facevano sudare la fronte e si spaccavano la schiena tutto il giorno per appena duecento euro al mese.
Un pezzo di pane, l'inverno, venticinque gradi sotto zero.
Ana deve mantenere due figli avuti con un poco di buono.
Non vuole più uomini nella sua vita.
Zana beve coca cola ghiacciata e anela lo stile di vita dell'europa occidentale.
Senza troppe cazzate però, tipo tatuaggi e silicone.
Educate e cresciute all'essenziale, perpetuano un'intelligenza spartana che scarta il futile dalla vita.
Quando una donna è giovane ha ancora il diritto di sognare.
Il sogno di tutte le ragazze è identico ad ogni latitudine.
Essere al centro del mondo.
L'attenzione e la cura di un uomo, possibilmente fedele.
Procreare, giusto per avere un giocattolo, come gli altri.
Un bel pò di soldi: per vanità, per sedurre e per dormire tranquille.

Poi si scopre che non si è mai al centro del mondo, al più in periferia.
Si scopre che la fedeltà degli uomini è una rarità.
Procreare: inessenziale, sopratutto quando si deve sopravvivere.
Solo il giudizio sui soldi resta invariato: per quanto li si possa disprezzare
non se ne può fare a meno.
E a tutti piace averne in abbondanza.

Ana e Zana in particolare fanno godere me.
Le amo.
Voglio godere con entrambe.
"Voglio godere con tutt'e due. Vi amo entrambe".
"Ma come facciamo?"
"Ciucciatemi il cazzo insieme. In ginocchio. Una a destra, una a sinistra.
Vi sborrerò sul viso, sulle lingue.
E poi vi pomicerò."

Le ragazze si guarderanno, sorridendo.

lunedì 13 febbraio 2012

la maschera

Ipotesi: Dio esiste e si camuffa.
Indossa la maschera del Diavolo per tutta una serie di ragioni intuibili.
Mettiamo che è un mascalzone: ma non vuole dimostrarlo.
A furia d'annoiarsi d'un tedio eterno, è diventato sadico: perciò deve tormentare qualcuno, cioè noi.
Terzo: ha preso gusto alla tortura e non può più far a meno di questa farsa, il "Male".
Quarto: non è in suo potere farla finita, levarsi di mezzo.
Quinto: mettiamo che un giorno venga finalmente smascherato e citato in giudizio da un tribunale umano.

Ecco le parole dei giudici:
Ce la siamo presa sempre con il diavolo, mettendolo in croce.
Ora finalmente sappiamo che il burlone, l'infame, eri tu.
Cosa hai da dirci, che non hai già detto, ingannando tutti, a cominciare da Giobbe?
La nostra condanna, l'unica possibile, essendo impotenti, sarà di non crederti più.

A questo punto Dio, sorridendo, replicò:
Fate come vi pare, la vostra condanna è leggera.
Anzi: mi eccita; e la vostra ribalderia mi piace.
Se aveste piegato all'infinito il capo ai miei arbitrii vi avrei cancellato già da un pezzo.
Non lamentatevi troppo: in fondo "siete"; o sarebbe stato meglio per voi non essere affatto?
Ora scusate: non avendo nient'altro da fare, devo occuparmi di voi.

Così dicendo andò via, coprendosi il volto con la maschera.

un saluto

La morte della negretta mi lascia indifferente.
Voglio invece dedicare un saluto a due persone care che non ci sono più.
I genitori di befy.
Premurosa e gentile con gli ospiti, la mamma fumava come una dannata e preparava tè squisiti.
La casa era semplice e pulita.
Il papà aveva dita che parevano tronchi.
Faceva il ferroviere.
Qualche anno fa gli prese il vizio di consumare la pensione con i videopoker.
Parlava poco e aveva il colorito bruno di un vecchio contadino arso dal sole.
Rimasto solo, si è addormentato anche lui per sempre.

Una famiglia unita, tanti sacrifici per crescere e dare un futuro dignitoso alle figlie.
Come fecero i genitori di mia madre.
Come fecero tutti, o quasi.

Addio cari.
Il vostro ricordo, gradevole come una brezza di primavera, si smarrisce presto, all'ora della sera.

sabato 11 febbraio 2012

un glande

Provate a immaginare la noia di un piccolo borghese di origini sicule.
Egli si stufa di tutto e presto.
Per sua disgrazia inoltre ha scoperto di nutrire dentro di sè una deliziosa repulsione verso tutti gli stimoli della cultura: la letteratura, l'arte, la poesia, la scienza, per lui equivalgono a patate marce.
La cultura lo annoia perchè non ha più niente da scoprire e da dire.
E se anche avesse qualcosa da dire, sarebbe comunque inutile.
A furia di avvizzimenti interiori questa creatura si accosta alla mondanità, il tanto spregiato regno in cui i suoi simili competono senza sosta.
Tuttavia egli non compete: assiste... e come un parassita attinge vitalità da questa dimensione spettrale e seducente.
Il vuoto che egli trova in essa lo alleggerisce, seppur brevemente, del peso della noia e perciò gliene è riconoscente.
Mentre gli altri credono che questo vuoto sia sostanza, egli capovolge ogni sostanza in vuoto.
Egli sceglie deliberatamente l'alienazione.
La coltiva, come tutti i suoi vizi.
Sa che l'alternativa è una "verità" brutta.
E inoltre sa, ridendo in faccia a psicologi e situazionisti, che tutto, proprio tutto... è alienazione!
Il risultato è sempre identico: scegliete una balla qualsiasi e scappellate il glande al momento giusto.

Di vuoto in vuoto, senza stancarsi mai, colma la sua esistenza.
Oggi lo vedrete nei panni del boia, domani in quelli dell'esecutato.
Giunto al patibolo, senza vergogna alcuna, dirà infine:
"Sono mondo"

venerdì 10 febbraio 2012

labulus

Babo Baldracchi è uno studente di esoterismo.
Si accanisce nel credere al diavolo, alla metempsicosi e ad altre cappellate simili.
I suoi innumerevoli tentativi di parlare con i fantasmi, di invocare Satana, falliscono sistematicamente e miseramente.
Un giorno il diavolo, provando pena per questo giovane fanatico e ostinato, decide di andare a trovarlo per fare quattro chiacchere.
"Baldracchi?"
"Si?"
"Salve. Sono il diavolo. Visto che è da una vita che mi cerchi, ho deciso di concederti il piacere di conoscermi."
"Allora esisti! E la coda? le corna?"
"Paccottiglia medievale...Ti concedo quattro domande: perciò scegli bene mio giovane amico."
Babo si accarezza il mento e comincia.
"Perchè esisti?"
"Non lo so".
"Dio esiste?"
"Non lo so. Ma non credo".
"L'inferno esiste?"
"No. L'unico inferno è la vita. Ma se sai spassartela non è poi così male."
"L'anima esiste?"
"No. Chiamate anima l'elettricità che solletica le vostre smorfie."
"Cazzo! Ho finito le domande!"
"Peggio per te mio giovane amico. Posso farti io adesso una domanda?"
"Certo".
"Perchè voi umani mi pregiate della vostra fede? Io non ve ne ho mai chiesta una, a differenza di Dio".
Babo riflette un pò. Poi risponde.
"Perchè il Male è evidente. La sua esistenza è un fatto. Mentre il Bene è...labile."
"Anche io sono labile."

Così dicendo il diavolo scompare.
"Si è dileguato, assieme alle sue parole.
Forse posso trarne un principio..." pensò il giovane.

giovedì 2 febbraio 2012

il patto

Ilario Patucchi è un quarantenne senza fregna.
Anni or sono ebbe una fugace relazione con una ex compagna liceale, la quale,
dopo aver bevuto il suo seme, lo abbandonò per sposare un altro uomo, forse più aitante.
Da quel momento Ilario si dedicò con indulgenza all'onanismo, per circa nove anni.
Non gli pesava molto darsi piacere da sè, si era abituato così, quasi con rassegnazione,
anche se ogni tanto l'impulso carnale lo spingeva a goffi tentativi di "rimorchio",
nella specie di qualche "zecca", ossia giovani studentesse di sinistra della provincia di Roma.
Le "zecche" per lo più ignoravano le avances di Ilario oppure lo eludevano attraverso
un'amicizia estemporanea e di forma, due sorrisi, una birra e tanti saluti.
Poi un giono Ilario incontra il diavolo, camuffato nei panni di un piccolo borghese siciliano.
I due diventano amici e il diavolo, attraverso teorie razionaliste ed esempi concreti, spinge ben presto Ilario a condotte "immorali", quali la frequentazione (con annessa consumazione di rapporti carnali) di giovani prostitute provenienti dall'est europeo.
In particolare Ilario, a furia di seguire le laide orme del diabolico siciliano, conosce e s'infatua
di una certa Bliana, una graziosa diciottenne rumena che vende il proprio corpo per cinquanta euro.
Ilario, in preda a un ardore mai provato prima, corteggia con tutti i mezzi la ragazza con il fine di farne la propria compagna.
Purtroppo non vi riesce: la ragazza preferisce la libertà perversa del meretricio piuttosto che legarsi ad un uomo comune...
Affranto, Ilario non si rassegna: va dal diavolo e gli propone un patto.
Per quella ragazza rumena, così bella e dal seno candido, morbido e generoso, egli è disposto
a perdere l'anima.
Il diavolo accetta.
E così finalmente il sogno di Ilario si realizza: la rumena lo sposa e i due vivono un amore
reale e intenso...
La ragazza rimane incinta e dà alla luce un bimbo meraviglioso.
Passano gli anni e infine, ormai anziano, Ilario muore.
Riapre gli occhi e si ritrova dinanzi l'antico amico, il diavolo.
"Sono pronto..." dice, con voce solenne.
"Seguimi allora".
"Qualunque cosa mi attenda voglio comunque ringraziarti.
Grazie a te ho avuto la felicità.
Ho avuto tutto ciò che desideravo. Sopratutto ho goduto.
Senza una donna l'anima è inutile. Il vero inferno sarebbe stato farsi le pippe..."