mercoledì 19 maggio 2010

pour le plaisir

Dissi la verita'
Prima di tutti
a coloro che amai
Nessuno lo merito' : per questo dovettero odiarmi

Infine abdicai
e giunsi nel deserto
Non mi benediro' mai abbastanza

La speranza e' la forma normale del delirio
Tormento?
Macche'! Non vedi che non so bere ne' fumare?

Dal magazzino della pazzia deriva un po' di vitalita'
Uno squillo di Noemi e parto
brividi sulla nuca e il cazzo duro come pietra

Noe' avrebbe dovuto affondare la sua barca
e guardare le candide colombe
librarsi libere e mai tristi nel cielo

Si vive nel falso finche' non si e' sofferto
Poi si entra nel vero...e si rimpiange il falso

Gettare nella spazzatura tutte le Bibbie
Smettere con un sorriso di cercare
Smettere di ribellarsi troppo o non si avra' piu' forza se non per la disperazione

Nausicaa Ti trovero'!

E' una bella prigione il mondo?
Un vero amore non sa parlare
Per questo il mondo tace

martedì 18 maggio 2010

abscheulich

E se godessi...
di una torva e magica epilessi!

Di gelsi e messi;
Ah Dioniso come mi sei mancato
avrei dovuto farti a pezzi
con un blues lieve e ben consumato

Sacerdotesse di Deimos:
Che noi siamo ancora vivi, questa e' la nostra colpa;
ora tenue ora rosso
senza battesimo e puro fino all'osso

Redentore della causalita'!
Sibilla!
Solo il canto sulla terra
consacra e celebra...

Nel petto sono le stelle del destino
auriga oziosa
ebra e cieca
conduci senza posa
ai Mari Morti

Grido di Sileno
Ti sento dovunque
Guai se ti coglie la nostalgia della terra...
La sfinge seppe
percio' tacque

Misteriosi amplessi!
Parlatemi dunque
Ditemi perche' presso di Voi non dimora felicita' irrevocabile!

Vi diro' il vero figli del caso:
per tornare innocenti
dovrete immolarvi
e morire piu' di una volta

Portata dal canto serale delle cicale
l'oscurita' divenne Bellezza:
Odi?
...il muto vibrare di stelle ignote...

lunedì 17 maggio 2010

addio Egitto

Venerdi' prossimo, se quel porco di Allah vuole, saro' di nuovo a casa.
Fine dell'avventura in Egitto.
Questa breve avventura naturalmente non e' servita a nulla.
A parte il blog, le letture...e finire GTA IV, non ho trovato niente d'interessante.
Le belle palme, i deliziosi fiori di gelsomino e ibiscus sono le uniche cose di cui la mia memoria si ricordera' con piacere.
Scrivendo cio' non provo assolutamente alcuna tristezza o delusione, sono solo lucido e razionale.
Questi giorni di quasi totale prigionia mi hanno solo dato la possibilita' di pensare di piu', pensare e scrivere per vincere la noia e la calura di questo posto alieno e vano in cui sono capitato, per fortuna temporaneamente.
Aborrisco piramidi, deserto, moschee e centri commerciali; tutti immischiati in un'orgia pazzesca e orrida.
Il libero vagare con cui colmo molte delle mie giornate oziose mi da' una gioia incommensurabile: invece questo languire senza scopo ne' senso in una landa polverosa e arida mi e' insopportabile.

L'altro giorno ho portato da bere in una pentola a un povero pastore tedesco legato sotto il sole ad una catena e senza un goccio d'acqua, c'erano circa 45 gradi.
Ho commesso una violazione di domicilio, ma ho avuto coraggio e ne sono fiero.
Ho imparato a darmi pacche sulle spalle da solo.
Se i proprietari del lupo o qualcun altro mi avesse "redarguito", credo che avrei potuto copirlo...
Oggi il lupo non c'e'...chissa', forse i mostri umani si sono inteneriti.

Corrado e' un osso duro, a settant'anni sopporta solitudine, sottosviluppo e noia: certo, in cambio di una bella retribuzione... tuttavia credo che anche lui si sia stufato dell'Egitto, la sua collina sul Golfo del Cilento e' immensamente piu' bella di qualsiasi oasi...

Insomma: ancora una volta niente, come immaginavo.
Sento il vigore di un leone adulto.
Il mappamondo mi guarda con la sensualita' di una vergine che vuole godere.
A trentacinque anni non so chi sono e che ne sara' di me.
Ma la vergine dallo sguardo seducente sembra invitarmi a fottermene, una volta per tutte.

martedì 11 maggio 2010

don giovanni

La figura di Don Giovanni e' stata raffigurata con tratti diversi, ma tutti riconducibili a un tipo umano fino a ieri respinto dalla morale generale.
In Mozart spicca il falsario, il bugiardo, l'ingannatore.
In Molière l'uomo senza scrupoli, l'ateo cinico e razionale simile a quello partorito da De Sade.
In Kierkegaard l'attenzione si sposta dall'uomo alla scelta dell'uomo: non l'uomo in quanto tale suscita riprovazione ma la sua scelta, perche' scegliendo di non legarsi a nulla il libertino cade nella noia e nel non senso; e a questo punto Don Giovanni fa pena, l'angoscia che ne emerge non e' dissimile da quella del ligio conformista.
Insomma: pur essendo padrone della propria esistenza, il destino di Don Giovanni -intessuto di noia, cinismo e falsita'- non puo' che sfociare nell'infelicita' e nella riprovazione sociale e morale.
La storia conosce Don Giovanni.
Nell'antica Roma era il ricco crapulone che si abbandonava all'episodio orgiastico.
La lunga censura del Cristianesimo produsse la strega (la seconda donna Don Giovanni dopo la baccante?) e il rogo.
Nel rinascimento il libertino assunse i panni del potere: del papa dissoluto e del ricco mercante o prestatore di danaro con interesse.
Idem nel settecento: il monarca assoluto e lo svogliato e mondano aristocratico di corte ne furono gli epigoni.
Nell'ottocento Don Giovanni fu visto nel dandy, nell'esteta romantico che fugge dalla meschina societa' puritana in cerca di una liberta' assoluta che il mondo sembra negargli.
Nel novecento abbiamo un'esteta arrogante e pretenzioso che si trastulla con un po' di potere, denaro e belle donne: Gabriele D'annunzio ne incarna a perfezione il tipo, ma anche il geniale Dali'.
L'anima di Don Giovanni ha percio' percorso i secoli incarnandosi un'infinita' di volte: da baccante a strega, da papa a dandy, fino ad oggi...

A questo punto chi ha letto sin qui si domandera' lecitamente che volto ha oggi Don Giovanni, da chi e' meglio rappresentato.
E la risposta e' presto data: da Fabrizio Corona e dai suoi infiniti cloni che fuoriescono come merda dalle scuole e dagli infimi luoghi d'aggregazione della massa giovanile.
Questo esemplare moderno di Don Giovanni -Fabrizio Corona, il tronista della De Filippi, il teppista anarcoide del Grande Fratello, il cantante rap di colore alla Snoop doggy dog, che racchiude in se' tutte le piu' infami e ignobili qualita' umane: avidita', cinismo, falsita', prepotenza, violenza, esibizionismo becero, negazione di ogni umilta' e pieta'- questo esemplare, dicevo, e' diventato desiderabile socialmente...mentre prima era deprecato.
Perche'? Perche' agli occhi della ottusa massa e' un vincente: donne, lusso, divertisment sono la sua patente sociale, gli unici titoli di prestigio che ormai vigono per l'uomo-massa, per il consumatore moderno...
La morale, non solo quella cristiana, ha perso.
La storia e' cambiata, sotto il segno di questo novello De Sade, il Don Giovanni moderno.
Ma De Sade, almeno lui, il diritto al "male" (solo letterario peraltro) se lo guadagno' onestamente con la prigione, il manicomio a vita, lo spettacolo atroce della ghigliottina, l'emarginazione sociale.
I Don Giovanni moderni devono soltanto trovare un buon manager, al pari dei calciatori, e apparire in tv; con qualche tatuaggio, parolaccia e precedente penale si e' gia' a meta' strada verso l'olimpo.

lunedì 10 maggio 2010

quia absurdum

A volte provo a immaginare Dostoevskij o Kierkegaard al giorno d'oggi.
Cosa avrebbero pensato? Come avrebbero reagito?
Cosa avrebbe scritto la loro penna?
Avrebbero indugiato nelle loro stanze se perdonare o condannare gli uomini?
Abbiamo scoperto che il mondo e' "innocente": che uno tsunami e' meno colpevole non solo di un Bush o di un Ahmadinejad qualsiasi, ma persino del nostro vicino di casa.
Anzi, uno tsunami o un terremoto sono quasi desiderabili a certi uomini e al prodotto di certi uomini: guerre, inquinamento, plastica, benzina, bombe atomiche...veleni lenti oppure definitivi, in grado di cancellare l'ultimo filo d'erba sulla terra.

Non posso immaginare un mondo dove non vengano piu' alla luce geni o eccezioni; eppure e' la realta': l'epoca moderna e' la fine del genio, come artista, poeta, scrittore, pensatore, compositore.
Solo lo scienziato e' possibile e riverito dalla modernita': e solo se dal suo sapere si puo' dominare o lucrare in qualche modo.
La scoperta scientifica si afferma solo se vende o se consente una possibilita' di dominio.
E la scienza non e' affatto al servizio del bene e di tutti, ma solo di chi puo' permettersela; mentre e' invariabilmente contro gli altri viventi (gli animali) e l'ecosistema: li usa come mezzi, come cavie, senza pieta'.
La distruzione e la prevaricazione delle vite, degli animali, della flora, e' diventato il sistema di dominio e sostentamento della modenita' di stampo occidentale: eppure popoli che subirono genocidi e umiliazioni come i pellerossa e gli indios, vivevano in pace e armonia con il mondo; non avevano bisogno delle Stato, delle macchine, di estrarre petrolio e oro e nemmeno degli shuttles e degli acceleratori di particelle.
"Quando avrete abbattuto l'ultimo albero, quando avrete pescato l'ultimo pesce, quando avrete inquinato l'ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro."
(Toro seduto)
Neanche la fede in Dio e' piu' possibile presso il moderno.
Mai Dio e' stato cosi' assente e in silenzio come oggi.
Si badi: per Dio intendo l'onesto e tribolato credente... si e' estinto anche lui?
Come avrebbero potuto continuare a credere Dostoevskij o Kierkegaard?
Non si puo' credere quia absurdum e andare a letto con buona coscienza...non piu', non oggi.
Forse neanche Pascal oggi avrebbe scommesso su Dio, visto cio' che gli uomini possono fare e fanno.
Ecco una domanda che ci porrebbe un ipotetico personaggio dostoevskijano oggi:
"Escludendo la paura del dolore fisico, non riesco ancora a trovare un solo motivo logico per cui non dovrei gettarmi da questo balcone. Sareste voi moderni in grado di indicarmene uno? Uno che non sia Dio?"

sabato 8 maggio 2010

zingara

Zingara indomita, puttana vai per il mondo,
padrona di Te, libera e senza lenone.
Oggi qui, domani chissa'...
La tua patria e' ovunque, la tua casa e' di tutti.

Dove vai?
Cosa cerchi?
Di chi e' la tua anima?
Del miglior offerente?
Del vile danaro degli uomini?
Quando avra' fine il tuo vagare?

Che farsene d'un corpo senza anima
o di un'anima senza corpo?
La beatitudine si puo' comperare,
ma non la salvezza.
Gli uomini scelsero:
beatitudine senza salvezza; e corpo senz'anima.

Zingara indomita, ribelle per natura
il prete penso' che a casa a pascere figli saresti tornata una volta rimosse le catene;
ma si sbaglio': e t'imbarcasti senza ritorno.

Nessuno sfugge al destino: cosi' t'insegnaron a vivere;
e cosi' il destino fu il primo dei tuoi panni a cadere.
Nuda ai miei occhi mi sembrasti una Venere;
poi finito l'amplesso, oblio e cenere.

Zingara indomita, maledetta da Dio e dalle donne
col Tuo nome vergasti le mura di Babilonia
Dove sei? gridano gli uomini
e nel Tuo seno di madre perdono lieti il loro seme

Dove sei, orfana di Dio?
Anche tu vaghi senza meta?
Lontano dal mondo
Con Te voglio giacere.

giovedì 6 maggio 2010

dépravé

In questa Italia misera e meschina manca una figura onesta e forte che non tema l'infimo giudizio di cattolici, borghesucci di sinistra e destra, benpensanti ipocriti e libertari da quattro soldi.
Manca cioe' l'intellettuale integrale e integerrimo, come furono Pasolini, Calvino, Sciascia; l'artista scevro dal lucro come Van Gogh; il poeta temerario come Carducci.
Abbiamo invece solo caricature untuose e asservite al sistema, come quel rancido avanzo di Vittorio Sgarbi.
La sinistra non esiste, e' stata comprata per due lire da Berlusconi al (e dal) libero mercato.
In questo scenario orribile manca persino la figura del vero libertino (secondo i dettami del costume e della morale imperante chiaramente) ...cioe' di colui che ha la buona coscienza della propria condotta socialmente riprovata...
Questo libertino, di stampo ottocentesco, e' superato per sempre: la tv e i videogiochi lo hanno superato...

In una societa' come la nostra, ove piu' nulla e' considerato riprovevole, grazie alle leggi del mercato, allora solo la buona coscienza puo' e deve essere riprovata, perche' e' il segno che ogni coscienza si e' assuefatta allo spettacolo...
Non perche' la societa' (o il diritto naturale della Chiesa) gli ha accordato questo o quel capriccio, ma perche' non ne e' piu' in grado lui di formularne uno: per questo il libertino si e' estinto, lasciando il posto ai miserabili parvenus del toga party...
Del resto la societa' dello spettacolo ci ha gentilmente inebriato con i suoi doni : gli Aldo Busi si
trastullano nelle trasmissioni della De Filippi e preti e papi si alternano ai perizomi delle veline.
Tutto e' mischiato in un'orgia raccapricciante, ogni cosa e idea e' uguale alle altre...il regno dell'uguaglianza formale e sostanziale e' realizzato.
E il senno, il nostro senno, che fine fa? Lo vedete voi da qualche parte? O non si sara' smarrito, tra uno spot e l'altro, in mezzo alle mutande delle veline?

Anni fa mi recavo con qualche amico all'allora trasgressiva discoteca di Roma "Mucca Assassina".
A quei tempi andare in posti del genere era considerata una perversione, frequentare locali con omosessuali, baldracche e travestiti non si addiceva a specchiati avvocatucoli e commercialisti di sorta.
Pertanto, quei quattro borghesucci senza spina dorsale dei i miei amici mi raccomandavano terrorizzati di tenere il becco ben chiuso, affinche' nel "paese" non trapelassero le nostre deplorevoli imprese, consistenti al massimo nell'aver rimediato qualche fugace fellatio da un'anonima baldracca o trans...
A me veniva (e viene ancora di piu' oggi!) da ridere e provavo quasi pena per il terrore di quei cari quattro idioti...
Oggi andare alla "Mucca Assassina" e' come recarsi al bar, anzi, se non ci si va si passa per retrogadi.
Mi sembra ancora di udire la sana e fragorosa risata dell'integerrimo depravato che e' in me.

martedì 4 maggio 2010

l'ultimo nichilista

Carmelo Bene e' l'unico vero nichilista che ho mai riconosciuto in vita mia.
Vivido come una ferita aperta e fedele fino alla fine alla sua vocazione d'annientamento...a cominciare da se' naturalmente.
Un nichilista che crea non senso distruggendo e spolpando arte, linguaggio e senso.
L'attore inteso come vano automa-esecutore del testo e' abominio.
Il teatro non deve comunicare; e l'incomunicabile passa attraverso l'osceno.
Paradosso: l'osceno redime... perche' e' l'unico comunicante possibile.
Teatro e vita coincidono: per questo l'attore non e' giammai altri se non se' stesso.
Il teatro non e' altro se non il grido inaudito della sconfitta a cui gli spettatori stizziti si tappano le orecchie.
Anche la follia non e' qualcosa di gratuito: bisogna conquistarla con fatica, non si diventa Amleti per caso...
Certo: chi si vota all'annientamento suscita pena...
Ma forse il nichilista e' solo un allergico alle menzogne e al bailamme della civilta' in generale; forse e' solo colui che ha lo sguardo piu' lungimirante di tutti, che vede dove gli altri non sanno e non hanno il coraggio di vedere; che scorge il rantolo del vecchio nel gracchio del bambino appena nato; che vede la landa deserta dove ora trionfa la formica umana...
E a furia di vedere "oltre", il presente diventa nero e si diventa maestri del dispregio.
E chi dispregia alla fine e' esecrato.
Ma essere esecrati e' una volutta' cosi' raffinata che pochi sono in grado di ambire.
E' la tentazione del nichilista...

A Peppino

Caro Peppino,
perso e vigile solo nell'oblio;
cercai il tuo sguardo ma era smarrito;
una sigaretta dopo l'altra calcava all'infinito il posacenere;
sorriso e cenere e tenebre, e poi di nuovo barlume e buio, instancabilmente...
Al mare, con le caviglie nella sabbia notturna, trovammo ristoro, io dall'inedia, tu dai fantasmi.
Gli altri, i sempre assenti per antonomasia.
Arezzo, un buon cattivo maestro,
duro come la pietra e fragile come il vetro.
Vino o birra, il ventre gonfio e l'occhio che vacilla;
Dove stiamo andando? A godere risposi.
Guardammo le stelle e fummo felici.
Leggere Rimbaud ad alta voce,
condividere e onorare la poesia, fonte suprema.
Cucinare insieme con allegria;
un po' di pepe, aglio, prezzemolo e vino rosso.
Parlare di Dio e con Dio, l'ultimo assente per antonomasia.
Uscito dal bordello cercavo una cicca per ricordarmi di Te.
Una buona scusa per venire a casa tua.
Una partita a scacchi e uno scaracchio dalla finestra.


"Elle est retrouvée.
Quoi? - L'Eternité.
C'est la mer allée
avec le soleil."
( Rimbaud )

sabato 1 maggio 2010

En passant

Attribuire alla massoneria un ruolo centrale nel dispiegarsi della storia e' assurdo.
E' un campo minato dove si perde la bussola e dove ogni tentativo di comprensione della realta' si smarrisce in vuota speculazione.
La realta' storica e' cosi' complessa, piena di variabili, che ricondurre tutto -tutti i principali eventi storici e non solo- alla massoneria e' pura demenza, come ricondurre tutto a un dio fittizio. Cio' che ci sfugge e' e sara' sempre di piu' rispetto a quel poco che inesorabilmente apprendiamo: e anche quel poco che apprendiamo e' quasi sempre di seconda o terza mano.
L'ambizione al potere assoluto, al controllo totale sulla realta' e sugli uomini, e' stata avanzata cosi' tante volte nella storia che la massoneria, qualunque cosa essa sia, non e' che uno dei "pezzi" sulla scacchiera, in gioco con tutti gli altri.
A volte i "pezzi" fanno alleanze, si spartiscono la torta; altre volte si combattono: per questo ad esempio lo Stato borghese, il fascismo, il comunismo perseguitarono i massoni facendogli chiudere le logge o arrestandoli; per questo la Chiesa cattolica li scomunico'.
E nulla esclude che alcuni massoni sui generis, come Garibaldi o Marx, siano diventati tali per sincere aspirazioni libertarie e per sfuggire alle persecuzioni politiche.
Tornando all'oggi non bisogna impegnarsi troppo per capire che il pianeta e' governato dal capitalismo, dalle banche, dalle agenzie di rating.
La verita' su "tutto" non la sapremo mai.
Peggiorare la nostra ignoranza confondendoci le idee non serve a nulla.
Accontentiamoci di comprendere quel che vediamo, se ne siamo ancora capaci.