martedì 11 maggio 2010

don giovanni

La figura di Don Giovanni e' stata raffigurata con tratti diversi, ma tutti riconducibili a un tipo umano fino a ieri respinto dalla morale generale.
In Mozart spicca il falsario, il bugiardo, l'ingannatore.
In Molière l'uomo senza scrupoli, l'ateo cinico e razionale simile a quello partorito da De Sade.
In Kierkegaard l'attenzione si sposta dall'uomo alla scelta dell'uomo: non l'uomo in quanto tale suscita riprovazione ma la sua scelta, perche' scegliendo di non legarsi a nulla il libertino cade nella noia e nel non senso; e a questo punto Don Giovanni fa pena, l'angoscia che ne emerge non e' dissimile da quella del ligio conformista.
Insomma: pur essendo padrone della propria esistenza, il destino di Don Giovanni -intessuto di noia, cinismo e falsita'- non puo' che sfociare nell'infelicita' e nella riprovazione sociale e morale.
La storia conosce Don Giovanni.
Nell'antica Roma era il ricco crapulone che si abbandonava all'episodio orgiastico.
La lunga censura del Cristianesimo produsse la strega (la seconda donna Don Giovanni dopo la baccante?) e il rogo.
Nel rinascimento il libertino assunse i panni del potere: del papa dissoluto e del ricco mercante o prestatore di danaro con interesse.
Idem nel settecento: il monarca assoluto e lo svogliato e mondano aristocratico di corte ne furono gli epigoni.
Nell'ottocento Don Giovanni fu visto nel dandy, nell'esteta romantico che fugge dalla meschina societa' puritana in cerca di una liberta' assoluta che il mondo sembra negargli.
Nel novecento abbiamo un'esteta arrogante e pretenzioso che si trastulla con un po' di potere, denaro e belle donne: Gabriele D'annunzio ne incarna a perfezione il tipo, ma anche il geniale Dali'.
L'anima di Don Giovanni ha percio' percorso i secoli incarnandosi un'infinita' di volte: da baccante a strega, da papa a dandy, fino ad oggi...

A questo punto chi ha letto sin qui si domandera' lecitamente che volto ha oggi Don Giovanni, da chi e' meglio rappresentato.
E la risposta e' presto data: da Fabrizio Corona e dai suoi infiniti cloni che fuoriescono come merda dalle scuole e dagli infimi luoghi d'aggregazione della massa giovanile.
Questo esemplare moderno di Don Giovanni -Fabrizio Corona, il tronista della De Filippi, il teppista anarcoide del Grande Fratello, il cantante rap di colore alla Snoop doggy dog, che racchiude in se' tutte le piu' infami e ignobili qualita' umane: avidita', cinismo, falsita', prepotenza, violenza, esibizionismo becero, negazione di ogni umilta' e pieta'- questo esemplare, dicevo, e' diventato desiderabile socialmente...mentre prima era deprecato.
Perche'? Perche' agli occhi della ottusa massa e' un vincente: donne, lusso, divertisment sono la sua patente sociale, gli unici titoli di prestigio che ormai vigono per l'uomo-massa, per il consumatore moderno...
La morale, non solo quella cristiana, ha perso.
La storia e' cambiata, sotto il segno di questo novello De Sade, il Don Giovanni moderno.
Ma De Sade, almeno lui, il diritto al "male" (solo letterario peraltro) se lo guadagno' onestamente con la prigione, il manicomio a vita, lo spettacolo atroce della ghigliottina, l'emarginazione sociale.
I Don Giovanni moderni devono soltanto trovare un buon manager, al pari dei calciatori, e apparire in tv; con qualche tatuaggio, parolaccia e precedente penale si e' gia' a meta' strada verso l'olimpo.