giovedì 6 maggio 2010

dépravé

In questa Italia misera e meschina manca una figura onesta e forte che non tema l'infimo giudizio di cattolici, borghesucci di sinistra e destra, benpensanti ipocriti e libertari da quattro soldi.
Manca cioe' l'intellettuale integrale e integerrimo, come furono Pasolini, Calvino, Sciascia; l'artista scevro dal lucro come Van Gogh; il poeta temerario come Carducci.
Abbiamo invece solo caricature untuose e asservite al sistema, come quel rancido avanzo di Vittorio Sgarbi.
La sinistra non esiste, e' stata comprata per due lire da Berlusconi al (e dal) libero mercato.
In questo scenario orribile manca persino la figura del vero libertino (secondo i dettami del costume e della morale imperante chiaramente) ...cioe' di colui che ha la buona coscienza della propria condotta socialmente riprovata...
Questo libertino, di stampo ottocentesco, e' superato per sempre: la tv e i videogiochi lo hanno superato...

In una societa' come la nostra, ove piu' nulla e' considerato riprovevole, grazie alle leggi del mercato, allora solo la buona coscienza puo' e deve essere riprovata, perche' e' il segno che ogni coscienza si e' assuefatta allo spettacolo...
Non perche' la societa' (o il diritto naturale della Chiesa) gli ha accordato questo o quel capriccio, ma perche' non ne e' piu' in grado lui di formularne uno: per questo il libertino si e' estinto, lasciando il posto ai miserabili parvenus del toga party...
Del resto la societa' dello spettacolo ci ha gentilmente inebriato con i suoi doni : gli Aldo Busi si
trastullano nelle trasmissioni della De Filippi e preti e papi si alternano ai perizomi delle veline.
Tutto e' mischiato in un'orgia raccapricciante, ogni cosa e idea e' uguale alle altre...il regno dell'uguaglianza formale e sostanziale e' realizzato.
E il senno, il nostro senno, che fine fa? Lo vedete voi da qualche parte? O non si sara' smarrito, tra uno spot e l'altro, in mezzo alle mutande delle veline?

Anni fa mi recavo con qualche amico all'allora trasgressiva discoteca di Roma "Mucca Assassina".
A quei tempi andare in posti del genere era considerata una perversione, frequentare locali con omosessuali, baldracche e travestiti non si addiceva a specchiati avvocatucoli e commercialisti di sorta.
Pertanto, quei quattro borghesucci senza spina dorsale dei i miei amici mi raccomandavano terrorizzati di tenere il becco ben chiuso, affinche' nel "paese" non trapelassero le nostre deplorevoli imprese, consistenti al massimo nell'aver rimediato qualche fugace fellatio da un'anonima baldracca o trans...
A me veniva (e viene ancora di piu' oggi!) da ridere e provavo quasi pena per il terrore di quei cari quattro idioti...
Oggi andare alla "Mucca Assassina" e' come recarsi al bar, anzi, se non ci si va si passa per retrogadi.
Mi sembra ancora di udire la sana e fragorosa risata dell'integerrimo depravato che e' in me.