martedì 11 febbraio 2014

le figlie di Kalì

Questa notte ho sognato Madalina Ariana.
La ragazza per cui avrei dato la vita
e che Cletus portò via con sè.
Era un sogno erotico.
Ma non solo.
Era un sogno di nostalgia e di tenerezza.
Quella tenerezza senza cui non solo
il sesso è un atto bruto e inutile
ma senza cui la stessa vita è solo
l'assurdo frutto del caso.

Madalina non s'intendeva di fellatio.
Ma a me non importava nulla di fellatio.
A me importava soltanto attingere
l'azzurro dei suoi occhi.

In te Madalina Ariana
mi perdevo nel primigenio fiume
del Piacere,
in quell'energia cosmica che solo germoglia
dalla composizione
dei due in Uno.

Mi mordevi le labbra e la lingua
fino a quando il mio piacere esplodeva
dentro di te.

E poi è finito tutto.
Sei scomparsa.

La retta via ero smarrita.
Cominciò un'odissea.

Venne l'altra Madalina.
La bambina eterna Anemona.
Mi uccise e se ne andò.
Non rimase nulla,
come di Tebe e Cartagine.

Breve come il passaggio di una cometa
fu l'incontro con Luana.

Sempre la solita storia:
egoismo, incapacità di amore,
assenza d'ogni tenerezza,
asservimento spasmodico al denaro.

Ma che cosa potevo pretendere
da queste povere ombre?
Come uno stolto
andavo cercando amore e tenerezza
in creature che non avendone mai ricevuto
non potevano nemmeno darlo.

Queste creature sanno
solo succhiare sangue.
Una volta spolpata e dissanguata
abbandonano l'agonizzante vittima
senza pietà alcuna.

Da ultimo Michela.
Anche Michela probabilmente è
una sirena.
E come insegna Odisseo
delle sirene
bisogna diffidare.

La sirena è una creatura crudele
che dopo averti sedotto
ti affoga nell'abisso.

Credete che sia possibile
salvare e amare
le figlie maledette di Kalì?


Madalina Ariana fu un'eccezione.

Un'anima delicata e nobile
ancora capace di amare.