giovedì 27 gennaio 2011

putain

Passo da Alby verso le otto.
Mi dice di restare a vedere infernet per un pò, il Rigatella's party comincia verso le nove.
Così indugiamo sulle ragazze di escortforum, belle gnocche da due piotte l'ora.
Ma per chi ci sa fare due piotte sono sempre trattabili.
Alby da galantuomo milionario qual è mi dice che una di queste volte ci andiamo insieme, lui non c'è mai andato a signorine, prende i soldi al bancomat e paga anche per me. Che benefattore dell'umanità!
Mi sento un pò come Henry Miller.
Come lui sempre squattrinato, perdigiorno per culto, con buoni amici sempre pronti a offrire colazioni e mignotte.
Mario Prodi, Alby, Angelo, il B.
Personaggi immensi, meritevoli di una statua.
Arriviamo al party e mi busco due sonore pacche sulla spalla sinistra.
E' Peppaus. Mi fissa con un sogghigno enigmatico.
Teme forse che gli fotta qualche cugina? Mah...
Rigatella si presenta con un obeso cinese di vent'anni che sembra barbapapà.
Chiedo chi cazzo sia e Rigatella con una battuta mi spiega che
"u futuru è n'Cina".
Bravo Rigatella. Ancora una volta ha capito chi bisogna oliare.
Soldi, potere e donne.
I tre scopi della vita.
Tony Montana docet. Anche Mario Prodi però.
"Sordi, sordi, sordi!" mi ripeteva gridando mentre ci recavamo al tribuanale.
Arrivano il mitico B. e Pierluigi.
Il B. dice che non fotte da una vita, cioè da due settimane, Pierluigi è felice di vedermi. Anche io sono felice di vedere lui.
Lo stimo, anche quando si mette a fare il misticheggiante.
Perchè è in buona fede.
Peccato creda alle fantacazzate di Evola.
E' un ragazzo amabile e mite.
Non sarebbe capace di ammazzare una formica, come me.
Sono convinto che una goccia di sangue ti darebbe tormento per il resto della vita caro Pierluigi.
Altro che guerrieri ariani e mistica fascista.

Il B. si lamenta perchè l'avrei descritto come un frivolo senza cervello.
Se per primo io non fossi un frivolo senza cervello, almeno saltuariamente, nemmeno saremmo amici vecchio B.
Ti ricordi i muggiti che rimbombavano nel silenzio della biblioteca di Genzano quando andavamo a far finta di studiare?
Essere frivoli è una virtù.
E poi tra veri amici le parole sono aria.
L'idiota di Dostoevskij non è idiota nel senso comune.
E' un idealista che si illude credendo nell'amore e nell'armonia universale.
Per questo è "idiota", caro B.
Perchè crede nell'impossibile.
Un pò come te quando confidi in padre Pio o nelle profezie di Celestino o in qualsivoglia altra bestialità.
Per questo ti amo.
Perchè chi crede nell'impossibile è sempre più ricco di chi non crede in niente.
Ma ognuno è fatto com'è fatto.

Le lasagne sono squisite. Anche il pollo al profumo d'aceto.
La porchetta è un pò molliccia.
Egregi i vini.
Alby s'è rotto il cazzo e vuole andare via.
Gli dà fastidio la gente, la confusione.
Vorrebbe fottere, non parlare a vanvera.
Barbara arriva addirittura a sostenere che Ruby è brutta e gonfia.
Certo che l'invidia femminile non conosce limiti nè decenza.
Penso a Befalix. A Giugno si sposa. Il marito sembra Fassino.
Un'altra zitella amica di Barby -dichiaratasi comunista- orgogliosamente confessa che non si farebbe palpeggiare il culo da Berluscoiti nemmeno per cinquemila euro.
Per cinquantamila invece si.

E'il momento del brindisi.
Alby scalpita.
Trangugio un pezzo di torta e filiamo a casa.
Alle cinque la canoa attende Alby.
Il lago di Castel Gandolfo è la sua vita, la sua adorata puttana.
La canoa è il suo membro, fedele e puntuale.
Il coito avverrà alle cinque in punto, quando ancora parte del mondo sonnecchia sotto le coperte.
Dopo il sole riscalderà la terra.
Forse la terra è la puttana del sole.
O viceversa.

lunedì 17 gennaio 2011

ruby

Piccola commedia italiana.
Tutti recitano la loro parte.
Il potente, l'invidia che si traveste di perbenismo e puritanesimo.
Chi appare più ridicolo e tristo è l'inquisitore.
Questa classe politica di sedicente sinistra ad esempio.
Oppure l'inossidabile Bocassini.
Dà l'impressione di una repressa perfida, di chi non gode o non sa godere o gode male e quindi gode nel perseguitare il potente gaudente.
Il potente -probabilmente impotente- fa ciò che deve fare, cioè mentire.
Per questo fa pena.
Non è biasimevole perchè si porta a letto avvenenti ragazzine con gli strumenti che ha a disposizione, denaro e posizione.
E' biasimevole e ridicolo perchè nega e si finge casto.
Invece nella voce di chi lo attacca parla l'invidia, un'invidia molto umana, molto miope e profondamente moralista e clericale.
Tutti fotterebbero Ruby.
Solo un povero demente sessuofobico negherebbe.
Eppure quasi nessuno ha la spina dorsale per riconoscere questa banale evidenza.
Le mogli intelligenti e le compagne ci resterebbero male.
Al bar con gli amici però si può confessare apertamente la propria libidine.
In ciò risiede la nostra viltà privata.

La carne di una diciassettenne, per un vecchio sulla soglia dell'oblio, vale molto più di settemila euro.
Per Ruby sarebbe lecito vendere l'anima al diavolo, se il diavolo e l'anima esistessero.
Ma questo i moralisti non lo capiranno mai, aridi e ottusi come sono.
Il vecchio è un reietto da compatire. Non ha diritto al desiderio e al sesso.
Come non lo hanno i minori che hanno raggiunto la facoltà procreativa.
La "morale" è sempre la stessa.
Reprimere ed espellere il desiderio.
Anche quando il piacere è barattato e non è estorto con la forza.
Perchè è sempre il desiderio a essere intrinsecamente scandaloso.

Il vecchio di turno stavolta è lui, il supremo Sivio B.
Ciò dimostra tragicamente che solo il potere può assecondare, riscattare e salvare dalla forca la "perversione" del vecchio, altrimenti destinato alla soppressione dolce.
Se Silvio non fosse stato ricco e potente a quest'ora vagherebbe sulle provinciali in cerca di mignotte.
Il vecchio non vuole attendere la fine vegetando come vorrebbero i moralisti.
Vuole ancora godere.
Ma può godere solo se ha il potere.
Potere è godere.

La cara Ruby ha capito come va la vita.
Ha capito che la chiave del successo è il suo corpo.
Chi si indigna per l'imperante mercificazione del corpo ha ragione ma è superficiale.
Il capitale ci sguazza ma non ha inventato nulla.
Gli schiavi esistevano da prima.
E poi la donna ha sempre esibito il proprio corpo come una merce da offrire all'uomo in cambio di qualcosa.
Se questo qualcosa si chiama amore va tutto bene e la donna è ammirabile.
Se invece questo qualcosa si chiama danaro allora si ha un mercimonio e la donna è una mignotta.
La cosa più triste è che in questo giudizio artificiale e arbitrario inventato dai maschi c'è cascata in pieno proprio lei. La vittima.
Invece di ribellarsi ai giudizi morali degli uomini la donna vi si è conformata.
Fine della commedia.

venerdì 7 gennaio 2011

zenit

Allo stesso modo in cui nessuno dopo quasi venticinque anni è ancora riuscito a isolare e a spiegare il meccanismo eziologico in virtù del quale un banale retrovirus riuscirebbe a debilitare il sistema immunitario, nessuno ad oggi è in grado di spiegare e risolvere l'attuale crisi economica.
Non ci riescono gli economisti, non ci riescono i politici.
Entrambi ripetono la stessa canzone, lo stesso disco rotto.
Le formule magiche e vuote del neo liberismo.
Il dogma del libero mercato, le liberalizzazioni, l'abbassamento delle tasse, l'aumento della produttività, la riduzione della spesa pubblica, la smobilitazione del welfare, l'aumento dei consumi, etc. etc.
Il fatto che queste salutari formule magiche -applicate da decenni nell'America del libero mercato, delle liberalizzazioni, delle tasse agevolate, del welfare zero-
non abbiano mai risolto nè evitato alcuna crisi, questa evidenza non fa sorgere alcun dubbio.
L'importante è ripetere a pappagallo la formula magica così che gli ingenui alla fine abbocchino.

Altra demenza incontrovertibile: I soldi non ci sono.
Non ci sono perchè così decide chi li stampa, a costo zero e senza tallone aureo.
L'oro è merda, meglio le patate.
Tremonti è solo una marionetta della BCE, come tutti i ministri delle finanze europei.
Vuoi i soldi Grecia? Chiudi i rubinetti pubblici. Stringi la cinghia. Privatizza.
Chiudi ospedali. Regala l'acqua ai privati. Vedrai che così uscirai dalla crisi.
Bisogna fare sacrifici. Ma solo alcuni. Mai i Marchionne e i consigli di amministrazione che si spartiscono utili miliardari.
Non è un insulto che un dirigente guadagni cinquecento volte di più di un suo dipendente. Il dipendente non deve nemmeno scioperare, lo sciopero è un male.
Va bene così. Deve andare bene così.

La crisi non è un sintomo. E' il sistema.
Il sistema si nutre di crisi, la crisi si nutre del sistema.
La crisi è normale, è lo status quo.
Basta solo cristallizare le cose, anche le disparità e i torti una volta cristallizati non stridono più, bisogna solo rendere normale ciò che è assurdo, iniquo, abietto.
La crisi splende perchè il sistema ha vinto.
Tuttavia è nel momento in cui il sole è allo zenit che comincia a degradare.
Come le grandi stelle al termine del loro ciclo collassano su sé stesse, così il sistema, politico, economico, umano, raggiunto il suo apice, comincia a esaurirsi e alla fine piomba su sé stesso.
Lo schianto sarà un orgasmo. Forse l'ultimo.

lunedì 3 gennaio 2011

il bicchiere

C'est la vie. I francesi sono siciliani. Nel fatalismo.
Uno dei cazzodanni più insulsi della storia. Come quasi tutti i capodanni del resto.
La rinnovata Villa Burina sembrava un incrocio tra un ospizio e un'agenzia di pompe funebri, con un lampadario che ti invitava a fracassarlo a sassate.
La fauna era sensazionale, sembrava di stare dalla De Filippi.
Tolte due moldave e mezzo, Arianna e una rumena era il regno delle anf (termine rigatelliano:
absolutely not fresh).
C'era anche un troista o meglio un giovanotto che si atteggiava tale.
Anche il cibo, ahimè, lasciava a desiderare.
Come ho fatto a non rigettare è un miracolo. Durante la notte ho preso due bustine di biochetase.
La pista da ballo, quattro gatti, non invogliava.
Così Alby verso l'una e mezza mi porta via.
Chiamo Noemi ma risponde la segreteria.
Accompagno Alby a casa e restiamo una mezz'oretta a chiaccherare in macchina.
Un nostro amico pare stia attraversando un momentaccio.
Ritengo siano cazzate, bisogna solo ridimensionare le cose a ciò che sono, cioè cazzate.
Qualche sganassone la vita lo dà a tutti, perciò pazienza.
Discutiamo se sia o meno opportuno che il nostro amico si rivolga a uno specialista.
Alby da buon razionalista crede che questi "specialisti" facciano miracoli.
E forse è vero, a costo però di diventare cagnolini devoti e drogati di sedute terapeutiche -che più sono meglio è per le tasche di questi signori- e cosa peggiore di tutte -oltre all'eventuale assunzione di quelle porcherie chiamate psicofamaci- si delega in mani altrui la fiducia in se stessi, come i bambini.
I più onesti di questi luminari, come Galimberti ad esempio, riconoscono il valore della maiueutica.
Non è un mistero che in ciò Socrate abbia anticipato Freud.
Dall'esterno ci vuole solo qualcuno che ti tiri fuori il dolore, ti ascolti e infine ti compatisca.
Dall'interno la volontà di cambiare atteggiamento, di vedere il bicchiere mezzo pieno che la vita ti offre.
Se si cambia visuale la sofferenza scema, altrimenti la si prende in culo.
Tutto qui.
E c'è bisogno di sedute, lauree, specialisti per capire questa ovvietà?
Il problema semmai è che oggi è più difficile trovare un cane che ti ascolti, perchè immersi come siamo nel nostro egoismo e nel fare soldi ce ne fottiamo completamente del prossimo.
E l'oscenità è che bisogna pagare per trovare un cane che ci ascolti, come bisogna pagare le agenzie matrimoniali per trovare un partner, eccetera eccetera.
Si va dallo psicologo perchè non si ha nessuno a cui sfogare la propria pena e il fatto d'aver trovato un orecchio disponibile, seppure a pagamento, concede un pò di quel conforto di cui tutti abbiamo bisogno.
Del resto questi nuovi guru, gli psicologi, vengono percepiti e riguardati dalla massa con la stessa ingenua devozione fideistica che un tempo era tributata ai preti.
La stessa istanza salvifica si rivolge ad entrambi.
Il prete ti congeda con un pater noster, lo psicologo con il patto della prossima seduta.
Lo psicologo è solo un uomo che ascolta le confessioni di un depresso e cerca di dare fiducia e consigli logici. Tutto qui.

In ogni caso non esistono terapie infallibili.
Qui tutto dipende dall'arbitrio. E l'arbitrio dal caso. Ricordati del bicchiere caro paziente. Dipende tutto da te. E' preferibile che tu lo veda mezzo pieno.
Per quanto mi riguarda preferirò sempre il piacere alla psicologia.
Forse perchè preferisco il piacere a qualsiasi discorso.
Per me un discorso è come una donna. Mi convince solo se mi seduce, non se tanto se è vero o falso.
Ma questo è un altro discorso.