lunedì 3 gennaio 2011

il bicchiere

C'est la vie. I francesi sono siciliani. Nel fatalismo.
Uno dei cazzodanni più insulsi della storia. Come quasi tutti i capodanni del resto.
La rinnovata Villa Burina sembrava un incrocio tra un ospizio e un'agenzia di pompe funebri, con un lampadario che ti invitava a fracassarlo a sassate.
La fauna era sensazionale, sembrava di stare dalla De Filippi.
Tolte due moldave e mezzo, Arianna e una rumena era il regno delle anf (termine rigatelliano:
absolutely not fresh).
C'era anche un troista o meglio un giovanotto che si atteggiava tale.
Anche il cibo, ahimè, lasciava a desiderare.
Come ho fatto a non rigettare è un miracolo. Durante la notte ho preso due bustine di biochetase.
La pista da ballo, quattro gatti, non invogliava.
Così Alby verso l'una e mezza mi porta via.
Chiamo Noemi ma risponde la segreteria.
Accompagno Alby a casa e restiamo una mezz'oretta a chiaccherare in macchina.
Un nostro amico pare stia attraversando un momentaccio.
Ritengo siano cazzate, bisogna solo ridimensionare le cose a ciò che sono, cioè cazzate.
Qualche sganassone la vita lo dà a tutti, perciò pazienza.
Discutiamo se sia o meno opportuno che il nostro amico si rivolga a uno specialista.
Alby da buon razionalista crede che questi "specialisti" facciano miracoli.
E forse è vero, a costo però di diventare cagnolini devoti e drogati di sedute terapeutiche -che più sono meglio è per le tasche di questi signori- e cosa peggiore di tutte -oltre all'eventuale assunzione di quelle porcherie chiamate psicofamaci- si delega in mani altrui la fiducia in se stessi, come i bambini.
I più onesti di questi luminari, come Galimberti ad esempio, riconoscono il valore della maiueutica.
Non è un mistero che in ciò Socrate abbia anticipato Freud.
Dall'esterno ci vuole solo qualcuno che ti tiri fuori il dolore, ti ascolti e infine ti compatisca.
Dall'interno la volontà di cambiare atteggiamento, di vedere il bicchiere mezzo pieno che la vita ti offre.
Se si cambia visuale la sofferenza scema, altrimenti la si prende in culo.
Tutto qui.
E c'è bisogno di sedute, lauree, specialisti per capire questa ovvietà?
Il problema semmai è che oggi è più difficile trovare un cane che ti ascolti, perchè immersi come siamo nel nostro egoismo e nel fare soldi ce ne fottiamo completamente del prossimo.
E l'oscenità è che bisogna pagare per trovare un cane che ci ascolti, come bisogna pagare le agenzie matrimoniali per trovare un partner, eccetera eccetera.
Si va dallo psicologo perchè non si ha nessuno a cui sfogare la propria pena e il fatto d'aver trovato un orecchio disponibile, seppure a pagamento, concede un pò di quel conforto di cui tutti abbiamo bisogno.
Del resto questi nuovi guru, gli psicologi, vengono percepiti e riguardati dalla massa con la stessa ingenua devozione fideistica che un tempo era tributata ai preti.
La stessa istanza salvifica si rivolge ad entrambi.
Il prete ti congeda con un pater noster, lo psicologo con il patto della prossima seduta.
Lo psicologo è solo un uomo che ascolta le confessioni di un depresso e cerca di dare fiducia e consigli logici. Tutto qui.

In ogni caso non esistono terapie infallibili.
Qui tutto dipende dall'arbitrio. E l'arbitrio dal caso. Ricordati del bicchiere caro paziente. Dipende tutto da te. E' preferibile che tu lo veda mezzo pieno.
Per quanto mi riguarda preferirò sempre il piacere alla psicologia.
Forse perchè preferisco il piacere a qualsiasi discorso.
Per me un discorso è come una donna. Mi convince solo se mi seduce, non se tanto se è vero o falso.
Ma questo è un altro discorso.