lunedì 17 gennaio 2011

ruby

Piccola commedia italiana.
Tutti recitano la loro parte.
Il potente, l'invidia che si traveste di perbenismo e puritanesimo.
Chi appare più ridicolo e tristo è l'inquisitore.
Questa classe politica di sedicente sinistra ad esempio.
Oppure l'inossidabile Bocassini.
Dà l'impressione di una repressa perfida, di chi non gode o non sa godere o gode male e quindi gode nel perseguitare il potente gaudente.
Il potente -probabilmente impotente- fa ciò che deve fare, cioè mentire.
Per questo fa pena.
Non è biasimevole perchè si porta a letto avvenenti ragazzine con gli strumenti che ha a disposizione, denaro e posizione.
E' biasimevole e ridicolo perchè nega e si finge casto.
Invece nella voce di chi lo attacca parla l'invidia, un'invidia molto umana, molto miope e profondamente moralista e clericale.
Tutti fotterebbero Ruby.
Solo un povero demente sessuofobico negherebbe.
Eppure quasi nessuno ha la spina dorsale per riconoscere questa banale evidenza.
Le mogli intelligenti e le compagne ci resterebbero male.
Al bar con gli amici però si può confessare apertamente la propria libidine.
In ciò risiede la nostra viltà privata.

La carne di una diciassettenne, per un vecchio sulla soglia dell'oblio, vale molto più di settemila euro.
Per Ruby sarebbe lecito vendere l'anima al diavolo, se il diavolo e l'anima esistessero.
Ma questo i moralisti non lo capiranno mai, aridi e ottusi come sono.
Il vecchio è un reietto da compatire. Non ha diritto al desiderio e al sesso.
Come non lo hanno i minori che hanno raggiunto la facoltà procreativa.
La "morale" è sempre la stessa.
Reprimere ed espellere il desiderio.
Anche quando il piacere è barattato e non è estorto con la forza.
Perchè è sempre il desiderio a essere intrinsecamente scandaloso.

Il vecchio di turno stavolta è lui, il supremo Sivio B.
Ciò dimostra tragicamente che solo il potere può assecondare, riscattare e salvare dalla forca la "perversione" del vecchio, altrimenti destinato alla soppressione dolce.
Se Silvio non fosse stato ricco e potente a quest'ora vagherebbe sulle provinciali in cerca di mignotte.
Il vecchio non vuole attendere la fine vegetando come vorrebbero i moralisti.
Vuole ancora godere.
Ma può godere solo se ha il potere.
Potere è godere.

La cara Ruby ha capito come va la vita.
Ha capito che la chiave del successo è il suo corpo.
Chi si indigna per l'imperante mercificazione del corpo ha ragione ma è superficiale.
Il capitale ci sguazza ma non ha inventato nulla.
Gli schiavi esistevano da prima.
E poi la donna ha sempre esibito il proprio corpo come una merce da offrire all'uomo in cambio di qualcosa.
Se questo qualcosa si chiama amore va tutto bene e la donna è ammirabile.
Se invece questo qualcosa si chiama danaro allora si ha un mercimonio e la donna è una mignotta.
La cosa più triste è che in questo giudizio artificiale e arbitrario inventato dai maschi c'è cascata in pieno proprio lei. La vittima.
Invece di ribellarsi ai giudizi morali degli uomini la donna vi si è conformata.
Fine della commedia.