venerdì 28 settembre 2012

il grimaldello

La mia teoria è semplice.
Si badi, per me essa non ha nulla di freudiano.
Freud è "monnezza", come dicono a Roma.
Fottere con la propria mamma, ammazzare il padre per gelosia,
donne che invidiano il pene, cultura come sublimazione della libido, etc. etc. : tutte porcherie di una mente malata che vengono spacciate per teorie universali.
Siccome Freud voleva fottere la mamma e odiava il padre,
pensò bene che le sue bestiali fantasie dovessero essere la regola per ogni essere umano.
 
Secondo me una buona scopata vale più di mille sedute con uno psicologo.
Il malato vuole affetto, coccole, baci, effusioni, carezze, cura, interessamento.
Inoltre, come conseguenza ed effetto di tutto ciò, vuole sborrare.
L'affetto genera erezioni.
Non è che uno vuole scopare e basta.
Vuole scopare come compimento affettivo, senza del quale si sente inappagato.
Ora lo psicologo non dà affetto, nè tantomeno la fica:
pertanto resta un semplice pupazzo con cui sfogarsi.
E dopo che ci si è sfogati con un estraneo?
Si resta più delusi di prima perchè le lacune affettive rimangono e non vengono colmate con le chiacchere, alla faccia del transfert freudiano.

Ecco perchè dieci minuti con Madalina valgono più
di qualsiasi psico-terapia con un qualsivoglia luminare.
Questi faccendieri della mente, psicologi di tutte le salse,
invece di scrivere manuali e trattati dovrebbero dire:
"andate a farvi coccolare da una donna o da un uomo, se del caso anche a pagamento, che importa: se non guarirete dalle vostre nevrosi senz'altro le avrete attenuate:
in tal modo il fardello della vità sarà più leggero!"
Ma pubblicare libri inutili e ripetitivi (come fa Galimberti) e stare ad ascoltare
poveri disgraziati, per lor signori, è più redditizio.

Infine non crediate che le coccole o una bella scopata
siano il grimaldello che apre tutte le porte.
Se si è condannati a pigliarla "ndu culu" (come nel caso di Antuan o Beppino)
non rimane che farsi il segno della croce.

Si può esser felici solo se lo si vuole.

giovedì 27 settembre 2012

la risata (Antuan)

Nella biblioteca di Fenzen tira la solita aria.
Qualche zecca, le solite fighette, i soliti studenti che fanno finta di studiare
e fumano sigarette tutto il tempo.
A un certo punto viene a salutarmi Antuan.
Due o tre settimane prima mi mostra sul cellulare
una foto con la salma del padre dentro una bara.
Umberto è il figlio di Andreotti e la mafia britannica lo perseguita
irradiandogli la prostata e impedendogli di avere donne.

Decido di portare questo sventurato al tempio della dea Ariana.
Restiamo che lo passo a prendere a casa per le otto.
Al citofono risponde: "un momento, sto defecando...".
A quanto pare gli hanno tolto l'acqua (probabilmente i britanici in combutta con l'amministraore del condominio) e non può nemmeno farsi un bidet come si deve.
Così monta in auto esalando un nauseabondo odore di alcol etilico, utilizzato forse per mascherare altri odori non meno repugnanti.
"Ho messo del profumo" dice.
Gli faccio abbassare il finestrino e partiamo.
Il look è quello dello iettatore che strizza l'occhio allo "sportivo":
occhiali neri, baffetti rasi color grigio topo, cappellino con visiera nero, giacca a vento bluastra di due misure più larga, calzoncini corti alla zuava neri, pedalini da tennis tirati su fino al ginocchio -neri ovviamente-,
scarpe da ginnastica blu stile superga, sulla camicia a scacchi una singolare spilletta rotonda di velluto nero, ad indicare il lutto paterno...
da pendant una camminata claudicante alla Pippo (l'amico di Topolino) con le punte dei piedi
rivolte con indolenza alle dieci e un quarto...
Beppino, Grey, Patucchi l'albanese non avrebbero concepito un abbinamento estetico più bizzarro.

Dopo venti minuti Antuan esce dalla stanza.
Ariana sorpresa mi dice che non è "venuto".
Ha fottuto senza levarsi gli occhiali neri da iettatore.
"Ha fato tuto (non ha ricevuto fellatio, ndr) ma non è venuto. Lui dice che venuto, ma secondo me non è vero. Ha smeso, così..."
Inoltre mentre copula, parla a vanvera... e non pomicia, "bacia solo guance".
" E di che cazzo parla perbacco?"
"Non ricordo...parla, parla....dice cose strane..."

Accompagno a casa Antuan.
Mi saluta con questo "motto" napoletano:
"A vita è na briosch, na fricat' e cosch e chi capisch capisch"
Una risata delirante si dilegua nella notte.

lunedì 24 settembre 2012

la mano

La via della mano sinistra conduce alla distruzione.
Anzi: all'auto distruzione.
Bisogna essere degli a.r. per non perire in questa forma di orgasmo.
Del resto a.r. ha dalla sua risorse non comuni.
Egli è semplicemente al di là.
Come Atlante porta su di sè il peso di un mondo.
La sua visione magica per ora gli allegerisce il peso.
Un giorno egli poserà il fardello.
Sarà la fine di un uomo.
Sarà l'inizio.

Beppino: le avventure col barbuto catanese non hanno insozzato
la sua purezza.
L'esempio mefitico di Sgalumbro, i coiti allucinati con le buttane, l'alcol, le canne,
tutto ciò per Beppino è come bere un bicchier d'acqua.
Ridotto ad uno straccio conserva l'innocenza primigenia.
Beppino è purezza dentro un sacco di spazzatura, è il cielo dentro l'inferno.
 
Paterbaldi: volto rubicondo, sorriso infante, denti giallissimi.
Invece di "vasari unn'è chiu lurdu", è triste.
E' triste perchè una deliziosa rumena diciannovenne gliel'ha succhiato.
Invece di suggellare patti con Satana, come facevano i suoi avi,
perde tempo con la "tristezza".
La purezza di Paterbaldi ogni tanto si concede vacanze
(Sandra, i massaggi cinesi, la bellissima Anemona sull'apriliana).
Poi, disgraziatamente, un senso di colpa gli corrode e avvelena la coscienza.
E' la "tristezza" di Paterbaldi.
E' la virtù dell'uomo pio.
La via della mano sinistra, ringraziando Dio, gli è preclusa.
Tirerà innanzi con la mano destra, in ogni senso.
 
Per finire due parole sul caro albi.
Non crediate che sotto il suo erculeo petto non pulsi un cuore.
Anch'egli sa amare.
Sotto la scorza del cinico alto borghese c'è uno zio pronto a soccorrere
nipotini più o meno matti (binda, il mutumattu, conti).
Se rigatella è come un padre per noi, albi è uno zio.
La premura con cui spalanca il bel portafoglio di pelle per "aiutare" questi nipotini
un pò matti, la sua generosità pasoliniana, gli frutteranno senz'altro un posto alla
destra del Signore.