venerdì 26 aprile 2013

ultimona

Cosa vuoi sapere caro Albi?
Se non fosse per te, per la tua curiosità di buon pater familiae,
questo laido diario avrebbe chiuso i battenti da un pezzo.
Si sarebbe così avverata una trasmutazione,
la trasmutazione dalla morte alla vita che concerne
gli eletti alla vita.
Chi è felice non scrive, vive e basta.
Solo chi registra il fallimento della propria esistenza
se ne consola scrivendo.

Vuoi sapere che fine ha fatto la bambina caro Albi?
Partirà domani per Timisbuara, così mi ha detto.
Oggi l'ho scopata, forse l'ultima volta.
Non sono triste.
Sento una liberazione in atto.
Forse è la fine di uno stupido amore.

Andrò alla ricerca di nuove bambine
sui marciapiedi delle provinciali?
Probabile.
Uno schiavo perpetua sempre le proprie coazioni.
Anche se...

Vuoi sapere la verità caro Albi?
La verità è che nutrire sogni è l'impostura più grande.
Il sogno è il miele degli scorpioni.
La verità è che sono stanco e deluso.
La verità è che non sono all'altezza di niente
all'infuori che dei miei reiterati desideri materiali.
La verità mi marcisce dentro, come una gancrena.

Questo succede quando l'amore si spegne.
Ho tenuto accesa la fiaccola, sinchè ho potuto.
Sapevo, sapevo che non si può esplorare l'abisso del Tartaro
con un cerino.
Il tempo era poco, salvare la bambina era di là
delle mie pur caparbie forze.
Un Cletus forse...

Basta.
Un giorno forse ne riparlerò.
Ora fatemi seppellire in pace questo ennesimo
amore disgraziato, nato per morire senza speranze.
Respira ancora lo so.
Ma è solo l'ultimo debole sussulto,
l'ultimo sospiro prima del silenzio.
E' il nome della bambina eterna.
E' il tuo nome, Anemona...

lunedì 15 aprile 2013

sdorra e passa

Mi getto su una poltrona imbottita
del salone Patucchi.
Barina si mette a strimpellare al piano
qualche nota stonata di Per Elisa.
Lucano, intanto, prostrato,
nella sua stanza sospira
"voglio morire, voglio morire"...
Un tempo evocavi Satana e davi ordini
agli spiriti inferi, caro Lucano.
Ora invece invochi la resa.
Com'è strana la vita.


Per strada incontro il mitico Gaspare.
Ha sempre la battuta pronta.
Quanno te piace assai a patacca
si ruvinato - mi dice.
Anche il fraterno Rigates mi ammonisce.
La mia vita gira attorno a questa
dannata patacca.
Non riesco a trovare ispirazioni superiori.
Pistonare, venire e ricominciare.

Moldave, russe...senza posa.

La bambina è ancora sul muretto.
Racconta frottole per sopravvivere.
Spilla soldi e amore a un povero imbecille.
Ma questo imbecille dovrà dire basta prima o poi.
Dovrà dire basta e abbandonarla
al suo destino.

La primavera è giunta finalmente.
Voglio gioire.
Senza più il supplizio di un amore vano.




giovedì 11 aprile 2013

amen anem...

Cosa vuoi sapere mio ignoto lettore?
Le vie del Signore sono finite, lastricate di sassi acuminati.
I piedi, scalzi, verranno lacerati più volte.
Infine si giunge nel deserto delle speranze, per morire come
un cane stanco.
Quando si è giunti alla fine non c'è più tempo nè spazio
per nulla.
La rabbia, l'amore, la frustrazione, ogni sentimento è inutile.
Così, finalmente vinti, ci si abbandona al niente e alla morte...

Hai perso.
Che fine farà quella sciocca bambina che hai conosciuto?
Ella ti ha voltato le spalle, ti ha vuotato il cuore.
Che ne sarà di te?
Come sarebbe bello congedarsi dal mondo
come fece Seneca o l'ateniese!
Ma l'ateniese mentiva:
per questo non temette la cicuta.
Seneca invece anelava la pace, l'unica vera pace possibile...

Tu invece, sporco siciliano,
non credi nè alle favole di Socrate nè desideri
la pace:
per questo la tua fine sarà orribile e spregevole.
Le tue ossa saranno spezzate, senza pietà alcuna;
le tue viscere in poltiglia finiranno in pasto ai corvi;
i tuoi polmoni affogheranno nel fango;
il tuo ultimo sguardo fisserà le tenebre, non il sole...

Questo è ciò che ti aspetta:
non dimenticarlo mai.

Ora torna pure a vivere
la tua mediocre e vana esistenza.

Sai che l'ultimo desiderio non si realizza.
Sai che la bambina non tornerà mai più da te.
Mai più.
Ma forse, forse,
al contrario di te,
un giorno
il sole
splenderà
su di Lei.

giovedì 4 aprile 2013

la bertuccia

Credete d'avere un'anima?
Credete d'essere immortali?
In qualunque fregnaccia metafisica o spirituale
vi sforziate di credere
dovrete sempre fare prima i conti col vostro corpo.
La fame, il sesso, l'attaccamento:
queste tre forze vi vinceranno sempre.
Siete perlopiù dei ramoscelli, delle pure e semplici nullità,
delle casualità che il vento trascina ora qui ora là:
ma il vostro orgoglio e la vostra stupida presunzione
non sarà mai in grado di riconoscerlo.

Bada bene caro lettore:
io non ce l'ho con nessuno.
Anche il verme ha la sua grazia:
gli riconosco la dignità d'esistere
e il suo strisciare sulla terra suscita in me
tenerezza e simpatia.
Quando però una scimmia
si spaccia per qualcosa di diverso
e dice di avere un'anima o di essere immortale,
allora è il caso di tirar fuori una banana
e buttargliela in faccia:
affinchè essa si ricordi chi è veramente...

Il Patucchi, degenerato la cui misera volontà
equivale a quella d'una bertuccia non ammaestrata,
rincorrerà la banana dovunque verrà lanciata:
così un giorno andrà a mignus,
un giorno andrà a pregare la Beata Vergine Maria,
un giorno si lamenterà con i camerieri del Merdonald
perchè le patatine non sono calde...
oppure titillerà per curiosità la trans Noemi.
Sul valore della parola proferita dal Patucchi
non è il caso di soffermarsi:
quale valore può infatti avere la promessa
fatta da una bertuccia?

Circostanza ancor più tragicomica
è scoprire come la bertuccia Patucchi,
pur avendo a disposizione un comparto culturale
di prim'ordine, costituito dalla pregevole
libreria paterna, anzichè approfittarne per migliorare
sè stesso attraverso lo studio,
anzichè saggiare con ardimento
i pensatori più coraggiosi,
anzichè varcare soglie oscure e vagare alla ricerca
di nuovi lidi per lo spirito,
preferisca far la bestia, il pagliaccio di corte,
il barboncino in calore al servizio di zitelle disgustose,
l'ovino belante rosari,
il teatrante dell'idiozia,
il proselita farisaico,
il diabetico gesucristaro
la cui fede è il felice prontuario
per tutti i mediocri della terra.

Un'ultima nota a proposito della cultura.
Non basta avere una buona biblioteca per
essere migliori, forti e padroni di sè.
Lucano ha una buona biblioteca,
ha studiato molto e conosce l'esoterismo:
eppure in fin dei conti oggi
è un uomo vecchio e stanco,
vanitoso, pieno di nevrosi,
in balìa come tutti dei più elementari problemi della vita.
 
A te, mia cara bertuccia Patucchi,
auguro di diventare un uomo.
Schiena diritta, parlare breve e schietto.

Bertuccia o uomo...