domenica 22 aprile 2012

petus

"In te stesso riposa un mondo. Non cercarlo fuori di te"
(Comenius, Unum Necessarium)


Pepus, Chicazzè, Epiphanius, Evola: la confusione (f)regna sovrana nella mia testa.
Più scavo e più vuoto trovo...vuoto perpetuo.
Alla fine mando bonariamente al diavolo tutti.
Nessuno conosce.
Nessuno conoscerà mai.
E se anche conoscesse, non cambierebbe nulla.


Anche Petus, a parole, ambisce a far parte di questa schiera di illusi.
Parla di "contemplazione".
Ma, ahimè, c'è poco da "contemplare", mio caro Petus, a cominciare dal tuo "penus"...


Ora, e sempre, è inutile "lottare", "ambire", "aspirare".
E' inevitabile, senz'altro: ma inutile.
Anche questi "Signori dell'Io" svaniscono nella polvere come tutti, checchè ne dicano loro.
Lo sfarzo e il rito del faraone verrà dimenticato, si dissolverà nel pulviscolo.

In essi non risiede alcuna elevazione, alcuna scintilla divina.
Solo materia, caduca.
E tanta, tanta, vanità.
La natura non è "divina", nella merda non c'è Dio.

"In te stesso riposa il vuoto, perennemente." (A. C.)