sabato 17 aprile 2010

Comrade

Ennesima notte insonne.
Stavolta per colpa di Corrado.
Russa come un cinghiale.
Di questo passo faro' la fine di Cioran: nichilista per insonnia.
Mi guardo allo specchio. Sembro Nico Bellic.
Andiamo a fare colazione.
Tre omelette con cioccolato, un paio di ciambelline con zucchero a velo, due the'.
Nel ristorante entra una coppia con un bimbo di circa quattro anni.
Lui pare Elton John, un po' piu' basso.
Lei e' molto carina, bionda, snella, belle gambe. Sembra francese.
E' russa.
Il bambino e' biondo, ben sviluppato.
Nel quadretto stona solo Elton.
Ma la verita' e' che sono solo invidioso. Magari fosse mia la biondina.
Andiamo a mare.
Ripenso alla bella serata di ieri.
Al ristorante abbiamo preso un buon vino rosso egiziano.
Centocinquanta pound, probabilmente lo stipendio del cameriere che ce lo ha servito.
Corrado va materializzandosi sempre di piu' nella mia coscienza.
Il buon vino gli scioglie la lingua e amabilmente comincia a raccontare frammenti di vissuto.
Emerge un'uomo sincero e gagliardo.
A tredici anni progettava e costruiva veleggiatori, aereoplani di un metro e mezzo circa fatti di balsa, compensato e tiglio.
Li faceva volare dall'aeroporto di Catania, insieme ad altri appasionati.
Una volta la corrente si porto' via uno dei suoi aeroplani. Torno' a casa sconsolato.
Una settimana dopo lo chiamarono i Carabinieri di una sperduta localita' dell'Aspromonte e gli dissero che avevano trovato l'aeroplano. A pezzi naturalmente.
A Lipsia, diciassette gradi sottozero, doveva attraversare una landa ghiacciata di venti chilometri per tornare a casa dal cantiere.
Se la modesta opel fornita dal datore si fosse fermata, lo avrebbero trovato surgelato come un baccala'.
L'unico essere vivente che gli fece compagnia fu una piantina rampicante che teneva in casa.
La curo' con devozione e poi, a lavori conclusi, la porto' con se' in Sicilia. Per "riconoscenza"...
Corrado prosegue la carrellata di ricordi felici, esileranti...surreali.
Una sbronza -l'unica della sua vita- a suon di grappa della Valtellina. Faceva il militare.
Usci' dalla tenda per orinare e sprofondo' nella neve.
Amici, poi persi per strada, che scappavano dalla caserma, rischiando la famigerata "camera di rigore", per andare a fare l'amore con le fidanzate.
Una volta, da ragazzo, mentre faceva il bagno nel mare di Catania, la corrente lo fece finire a due chilometri di distanza. Riapparve qualche ora dopo quando gia' lo davano per morto.
Mi racconta dell'Eritrea.
In Turchia parte con un collega che ha la sventurata idea di portarsi dietro la moglie.
La poverina si allontana per recarsi alla toilette e dopo venti minuti la trovano svenuta nel bagno turco...aveva visto un topo.
Parliamo del Big crunch e dell'universo in espansione.
Concludiamo la serata passeggiando sulla sabbia.
La testa mi gira ancora.
Ma va bene cosi'.
Con mio padre accanto.