venerdì 9 aprile 2010

pro nihilo: ovvero contro Severino

Perche' la follia dell'annichilimento appare meno angosciante dell'eternita' dell'essere.

Condannato ad essere per sempre, crocifisso sull'altare della Verita', l'essente non ha scelta ne' liberta' ne' possibilita': deve essere e basta.
E deve essere cosi' come il cieco destino della necessita' lo vuole, senza scampo alcuno.
A questa Verita' insuperabile (chi ha letto Severino sa perche' uso la v maiuscola) lo spirito dell'uomo, l'errore accidentale nella storia dell'Occidente, non cessera' mai di ribellarsi.
E forse per questo l'errore non puo' fare a meno di perpetuare sé stesso all'infinito, perche' non accettera' mai la Verita' definitiva che lo consegna, ceppi alle mani e ai piedi, alla eterna prigione dell'essere e della sua necessita'.
Ma a questo punto non e' piu' lecito indugiare e bisogna porsi la domanda estrema: che COSA E' MEGLIO per l'uomo, la follia dell'annichilimento, l'errore e l'illusoria angoscia del divenire niente oppure l'assevimento alla Verita' dell'essere che lo salva si dalla morte e dal nulla, ma che proprio per questo lo incatena per sempre, come Zeus incateno' Prometeo, all'arida pietra dell'essere?
Che poi questa arida pietra dove verremo crocifissi sia per cio' stesso la GIOIA, Severino ancora deve dimostrarmelo...
E a questo punto, posta la domanda definitiva, urge una risposta anche essa definitiva.
E che l'uomo sembra aver risposto contro la Verita', per l'assurdo, per quell'angoscia impossibile che lo vuole un nulla, tutto questo, a me sembra un dato incontrovertibile.
Forse, e il forse e' d'obbligo, il destino dell'Occidente non e' la Verita', forse e' la follia, l'errore.
E forse gli uomini dell'Occidente sceglieranno consapevolmente la follia alla Verita' perche' quest'ultima non solo non da gioia, come non puo' dare gioia il guardarsi ad uno specchio per l'eternita', ma perche' tale Verita' e' persino piu' angosciante e violenta della follia che crede nel niente.
Cio' perche' la Verita' non da' scelta, imprigiona l'uomo sulla croce eterna che gli destina una necessita' cieca e crudele quanto quella del non senso e della sofferenza.
Nella follia all'uomo resta infatti un'ultima scelta, un'ultima via di scampo all'angoscia del non senso dell'esistenza: il suicidio, come liberta' dalla follia.
Nella Verita' invece non e' data liberta' e all'uomo non rimane che fissare le proprie catene per l'eternita': condizione questa che genera odio, repulsione e ribellione per la Verita'.
Per questo all'uomo non resta che votarsi per il nulla.
Perche' il Niente e' piu' liberatorio della Verita'