venerdì 9 aprile 2010

apud finem

Qualche giorno fa, in Italia. Dal mio diario.

Alzo il capo verso il sole e carpisco il calore che emana.
Da qui, dal tetto di casa, vedo il mare.
Qualche cane abbaia. Gli uccelli fanno un concerto.
Il fruscio del vento.
Niente auto, maledette auto.
Fosse ogni giorno cosi', come questo lunedi' di Pasqua.
Verso l'orizzonte una coltre spessa di nubi bluastre. Anzi, un'unica nube schiacciata lunga quanto l'orizzonte.
Finalmente l'uomo tace. Non lo sento. Sento tutto tranne la fastidiosa presenza degli uomini.
Una nube si addensa sopra di me togliendomi la luce e il calore del sole.
Ora fa freddo.
Maledico di non essere un pittore.
Sole e ombra, morte e vita.
Un balletto equilibrato.
Da un bel po' di anni quando mi sveglio penso alla stessa cosa, alla morte.
Giusto pochi istanti, il tempo di capire che non c'e' niente da capire.
Che e' cosi' e basta.
Vedo me stesso dall'esterno.
Vedo un adolescente impacciato e timido. Un essere umano ridicolo.
Poi vedo un uomo segnato ma che non si arrende.
I capelli grigi sulle tempie, lo sguardo di un dannato che ancora non si rassegna.
Piango spesso, mi commuovo davanti a tutto.
Perche' so che perdero' tutto.
E so che posso perdere tutto adesso, non fra trent'anni.
E' questo "adesso" il mio abisso.
E mi ci getto con furia.
Ai miei amici non posso far altro che parlare di amore.
Ma so bene che e' un fiore troppo raro, che non se ne puo' parlare impunemente.
Il mondo sfolgora nel mistero dei suoi colori.
Che la mia, la tua, la nostra vita sia un insignificante evento come un altro innanzi lo sguardo cieco del mondo, e' una realta' che pochi hanno il coraggio di ammettere.
La vita e' assurda, non ha senso.
Lo dimostra il fatto che se muori il mondo va avanti nell'assoluta indifferenza.
Che tu esista o non sia mai esistito niente cambia, e' assolutamente ininfluente.
Le piante continueranno a crescere e ad appassire.
L'onda del mare ritraccera' il segno di quella precedente.
Il percorso degli astri proseguira' imperterrito.
E cosi' per tutte le cose, nate solo per soccombere.
Tutto cessera', anche questo meraviglioso orizzonte.
Testimone di sublimi tramonti e compagno di silenziose lacrime.
Il bagliore trepidante di questo meriggio vale la mia intera vita.