venerdì 15 marzo 2013

la storia di Pippus Cazzucci

Pippus Cazzucci fu un pio baccalà cattolico.
Di famiglia alto borghese, gettò la sua vita a pippe sino
all'età di sessantadue anni.
Per campare fece il servo a un certo Nax Falli, geometra
romano e pervertito col pallino della sodomia.
Pippus ebbe una sola donna, una compagna delle superiori.
La donna lo amò teneramente, inghiottendogli persino il seme.
Poi, dopo tre anni, lo mollò perchè Pippus
non aveva le idee chiare sul matrimonio
e perchè a letto non era in grado di procurarle neanche un orgasmo,
sia a causa delle dimensioni lillipuziane del membro
sia a causa di una pressochè totale inettitudine in eroticis.
(Se il baccalà almeno le avesse ciucciato come si deve il clitoride
forse avrebbe avuto qualche chance in più di non essere lasciato...)

Per quarant'anni Pippus andò avanti a pippe,
alienando in tal modo il naturale desiderio carnale della fica.
Inoltre il baccalà represse e frustrò la propria libido
attraverso le più riprovevoli e abiette prescrizioni morali
dettate dell'infame e retrograda religione cristiana:
la preghiera, il rosario, il digiuno, la castità...
Ma nonostante tutto, alla fine dei conti,
la mano dura e callosa del baccalà
tornava sempre a impugnare il membro lillipuzziano,
alla faccia di ogni castità, precetto e buona intenzione...

Inoltre il baccalà, incapace di emanciparsi
dalla riprovevole educazione
cristiana e borghese impartitagli dalla famiglia,
a causa di una viltà interiore tragica e spaventosa,
non riusciva ad andare a mignotte.
Un gesto di siffatta natura, secondo la
sua coscienza miope e castrante,
lo avrebbe macchiato di una colpa indelebile
dinanzi agli occhi vigili del dio cristiano in cui credeva.
Il minchione, quando gli capitava di vedere una di quelle povere creature,
ripeteva a sè stesso: "non ci indurre in tentazione..."
Poi però, quando era a letto, al riparo dallo sguardo
putibondo dello sporco dio paolino,
nel segreto e nel silenzio della notte,
col pensiero rivolto a quelle povere bambine sul marciapiede,
partiva la pippetta...

Dopo aver eiaculato grugnendo come un porco,
andava a confessarsi dal curato del paese:
il quale, come al solito, non sapeva far altro che prescrivergli
due ave maria e tre pater nostri...

L'epilogo naturale di questa storia, ributtante e tragica,
non fu però quello ovvio che potete immaginare,
cioè l'estrema unzione data dal prete al Cazzucci in punto di morte,
col bacio finale al crucifesso di latta.

L'epilogo fu un altro, grazie al cielo.
Un giorno, ormai vecchio e semi impotente, con un piede
nella fossa, abbandonato sempre di più dagli uomini e da quel dio
che si era sforzato di credere per tutta la vita,
Pippus decise di andare con una prostituta di strada.
La ragazza si chiamava Mascia e aveva venticinque anni.
La fece salire in auto e si abbandonò finalmente al piacere.
Peccato che fu l'ultima volta.

Il Cazzucci fu stroncato da un ictus mentre eiaculava
in bocca alla giovine prostituta moldava di nome Mascia.
"Il più dolce piacere della vita si spegne con me"

pensò.