martedì 12 marzo 2013

como se quer

La giornata di ieri è stata incredibile.
Stavo facendo le pulizie di casa quando
verso le undici mi chiama la bambina.
Come stai piccolina?
Male. Mi fa male pancia e schina da murire. Mi purti ospedale?
Neanche un cane è disposto ad accompagnare l'amorino.
Unna sta enno? mi grida la signora Averno.
A soccorrere un'amica che sta male.
Infilo la giacca, salgo sulla mitica
ziat zeicento color amaranto e parto a razzo.
Resisti piccola sto arrivando.
Ma dove cazzo la porto?
Dall'abriliana il posto più vicino da raggiungere mi pare donezia,
ma non so se a donezia c'è un ospedale.
E' più facile trovare
una prostituta moribonda per strada che un
ospedale nel raggio di dieci km da casa propria.
Così telefono a Isabella, una mia vecchia compagna delle medie
che fa l'infermiera.
Bingo! A donezia c'è un pronto soccorso proprio davanti
il paninaro merdonald.
Arrivo.
Lacrime silenti solcano il volto della bambina.
Coraggio piccolina andrà tutto bene.
Guarda, qui c'è la borsettina che ti ho comprato.
Ti piace? sono felice.
Coraggio piccolina mia.
Arriviamo al pronto soccorso.
Lascio la ziat zeicento dietro un'autoambulanza.
Ti prendo in braccio ed entriamo nella sala d'attesa.
Sempre in braccio ti porto dentro l'infermeria e poso
il tuo corpicino su un lettino.
C'è un medico giovine.
Ti fa male qui?
Si.
Ti fa male schiena?
Si.
Ti brucia quando fai la pipì?
Si.
Lei è il marito?
No...sono un amico.
Esco e mi siedo nella sala d'attesa, accanto a una signora
il cui marito ha avuto un infarto.
Chiacchero un pò.
Dopo venti minuti chiedo al medico giovine
che cosa ha la ragazzina.
Coliche renali.
Saluto la signora ed esco fuori.
Fa caldo a donezia.
Mi tolgo la giacca e torno alla macchina.
Telefono ad Albi e al Patucchi.
Elio come al solito esterna qualche sciocca fobia.
Però mi dice una cosa giusta, di aspettare lì a donezia
Invece torno a casa.
Sono le due.
Non faccio in tempo a mandare giù un boccone
che il telefono squilla.
E' la bambina.
E' stata dimessa. Sta bene.
Ti prego vienimi a prendere.
Ti aspeto da merdonald. Mangio uno panino nel fratempo.
Ritorno a donezia.
Il tuo sorriso mi illumina.
Ti abbraccio con una dolcezza ineffabile.
Ti volio bene ti giuro.
Tu sei persona pretiosa.
Dotore mi ha scrito medicina.
Faciamo amore.
Andiamo nel nostro campo verde.
I nostri sospiri si perdono nella campagna.
Andiamo a comprare le medicine, delle merendine,
un detergente intimo e una bottiglia d'acqua.
Sono quasi le cinque.
Un altro abbraccio, ineffabile.
Verso le nove di sera mi telefoni per sapere se la bustina
della medicina va sciolta nell'acqua calda.
No piccola. Acqua normale. Nè calda nè fredda.
Quanta acqua? Mezzo bicchiere piccola.
Ti volio bene ti giuro.
Anche io piccola.