mercoledì 5 dicembre 2012

il ragioniere

Adelio Donasi è un giovane ragioniere
che conduce un'esistenza grigia, sterile e monotona.
Di formazione cattolica, seppur improntata ai dettami più
razionali e illuminati di una moderna educazione laica e borghese,
a tredici anni Adelio diventa ateo: forse a causa di una
esperienza erotica andata male.
Questa esperienza erotica "andata male"
-probabilmente la molestia sessuale di un'estraneo-
minò per sempre la fiducia di Adelio nel prossimo.

Dal momento in cui perse fiducia nel prossimo,
Adelio, al contempo, -e con maggior veemenza- perse
fiducia in tutto: nelle istituzioni, nell'autorità civile,
nella famiglia, nel Padre eterno
e così via.

Figlio di un importante manager, Adelio avrebbe potuto
senza difficoltà farsi "imbucare" dal padre all'interno
dell'ente da quest'ultimo diretto:
tuttavia a causa della predetta sfiducia e repugnanza verso
ogni genere di riconoscimento e responsabilità morale e civile,
Adelio rinunciò a svolgere incarichi di prestigio e remunerativi,
scegliendo l'umile carriera di impiegato come ragioniere
in una ditta di carta igienica (che ben presto sarebbe fallita).

Adelio, invecchiando, diventa un mostro di cinismo:
pratica quasi esclusivamente l'onanismo,
disprezza le donne, gli animali, i bambini,
i meridionali;
tuttavia egli sa occultare il suo dispregio interiore
-frutto, come si è detto, di quella profonda, maledetta
perdita di fiducia nel prossimo-
con una raffinatissima ipocrisia di maniera:
elargisce cospicue donazioni ai poveri,
mantiene esteriormente un atteggiamento socievole e mite,
professa -falsamente- idee liberali e tolleranti...
La sua indulgenza è di facciata:
dettata cioè dalle contingenze storico sociali dell'epoca in cui
vive -epoca in cui la tolleranza e l'indulgenza vanno di moda- :
se fosse vissuto nel medioevo o nell'antica Roma,
nei panni di un signorotto o di un imperatore,
non avrebbe esitato a realizzare le proprie brame
senza nemmeno l'ombra di uno scrupolo morale
(per esempio, non avrebbe esitato a stuprare e ingravidare
una serva, facendola successivamente giustiziare, insieme al feto,
qualora la disgraziata gli avesse arrecato il minimo intralcio...)

Privo di sentimenti, avviato ad un'estinzione anonima e blanda
(sopra la sua lapide si sarebbe potuto appore il seguente epitaffio:
"qui giage A. D., uomo insignificante e senza speme,
ragioniere in una ditta di carta igienica"),
Adelio non immagina che un giorno il diavolo (o il caso?)
decide di interessarsi al suo "caso", rendendolo più interessante...

Un bel giorno una pazza bussa alla sua porta.
Adelio apre la porta e dinanzi gli compare una donna
mai vista prima con un pancione di almeno otto mesi.
"Qui dentro c'è tuo figlio!"
"Come scusi?"
"Qui dentro c'è tuo figlio!"
"No guardi, dev'esserci un errore...io non la conosco..."
Adelio le sbatte la porta in faccia.

Un mese dopo la pazza partorisce (una bambina)
e tramite un avvocato d'ufficio trascina Adelio in tribunale
per il riconoscimento di paternità.
La pazza chiede gli accertamenti ematici e genetici:
e Adelio suo malgrado vi si sottopone, ritenendo serenamente
che si tratti una beffa...
Qualche tempo dopo giungono i risulati:
il sangue della bambina è lo stesso del ragioniere, il dna pure:
non c'è ombra di dubbio: Adelio è il padre naturale!

Sul baratro della disperazione, Adelio non sa che fare.
Terrorizzato dall'idea di dover mantenere e curare
un'estranea uscita dal grembo d'una demente,
Adelio vorrebbe ammazzare entrambe, mamma e figlia.

Alla mamma ci pensa il caso:
la demente muore tre mesi dopo il parto, investita da un'autotreno
condotto da un ubriaco albanese.
Per disgrazia -o per fortuna- la demente non ha parenti nè amici:
così la bambina viene affidata alle cure esclusive del ragioniere.
Terrorizzato dall'idea di cambiare pannolini e trascinare passeggini,
Adelio, risoluto nel liberarsi dall'infelice fardello, dopo qualche notte insonne
escogita una soluzione diabolica e mostruosa:
sopprimere l'innocente creaturina soffocandola con un cuscino,
gettarla, celata dentro un sacchetto, in un bidone dell'immondizia
e infine denunciarne la scomparsa alle forze dell'ordine:
scomparsa riconducibile ad un rapimento ad opera di zingari o gentaglia simile...

Il piano sembra perfetto: non resta quindi che attuarlo.
Apprestandosi pertanto a perpetrare l'orrendo crimine al ritorno dal lavoro,
ancora una volta Adelio non ha fatto i conti col diavolo (o col caso?)...
La bambina non è in casa, è scomparsa!
Davvero qualcuno l'ha rapita!
Sbalordito -anche se, in cuor suo, lieto di quella assurda
semplificazione offertagli dal destino-
il ragioniere si reca dai carabinieri a denunciare la scomparsa della figlia...

Nessuno seppe che fine fece la povera "figlia" del ragioniere.
Forse fu rapita dagli zingari; forse diventò una battona; forse morì.
Si seppe, invece, che fine fece il ragioniere.
Egli, vecchio e solo, si spense nelle fredde coperte del suo letto.
Non ebbe nè il tempo nè la voglia di pentirsi dei suoi peccati.
Non conseguì la salvezza, questo è certo, qualunque cosa voi intendiate
per salvezza.
Non conseguì l'inferno, questo è certo, poichè la sua vita,
negazione di ogni amore, fu il suo stesso inferno.
Il diavolo, questo è certo, avrebbe voluto salvarlo.
Ma non ci riuscì.


(Finale alternativo, da leggere solo in caso d'emergenza:
solo nel caso cioè che il vostro verecondo cuore non sopporti
la delusione come orizzonte logico degli eventi.
Il ragioniere adotta la bambina e impara ad amarla.
La bambina si innamora del "padre", seppur anziano,
di un amore totale: quindi anche carnale.
I due si congiungono,
con una tenerezza che sfida le stupide leggi degli uomini.
Il ragioniere adempie il suo ultimo coito con la "figlia"
poco più che adolescente.
E infine spira, redento da ogni peccato,
scaldato dal tiepido sospiro della
fanciulla...)