mercoledì 19 dicembre 2012

il tocco

In principio, è ovvio, non c'è l'uovo:
e nemmeno la gallina.
E allora cosa c'è in principio?
Una gallina principiata senza uovo?
Un uovo principiato senza gallina?
Oppure...oppure...
c'è semplicemente una pippa.

La pippa è un'abitudine principiante.
Essa infatti riveste la funzione, pragmatica,
dell'androgino:
di ciò che basta a sè,
di ciò che si appaga da sè.
L'androgino, cioè, è un mostro:
perchè non ha bisogno di nessuno.

Questo sogno, sgusciato dal bozzolo
dell'egoismo più cieco, fu il sogno di molti insigni pensatori.
Evola, Schopenhauer, Nietzsche, Stirner, il primo Papini,
-ma anche comuni mortali come Albi, Binda, il muto e A.r.-
ad esempio, si inebriarono della loro
"sufficienza".
E per conseguenza
-non c'è dubbio-
furono degli accaniti onanisti.

Qualcuno potrebbe obiettare, giustamente,
che l'androgino, se esistesse,
non si "accarezzerebbe" lì,
dove non batte il sole.

Quindi i nostri insigni pensatori,
incalliti "accarezzatori" di sè stessi,
proprio per ciò stesso non sarebbero stati
dei veri androgini...

Anche il Budda,
imbecille stanco e nemico della voluttà,
dovette toccarsi, più volte.

Possiamo immaginare questi "androgini",
comicamente,
al termine del loro "rito":
al termine cioè di una pippa qualsiasi.

Nell'angolo oscuro della coscienza,
in un cantuccio riparato,
essi dovettero registrare
il contraddittorio fallimento della loro "sufficienza":
lacuna, al culmine del rito,
da colmare...
magari pensando, con gli occhi chiusi,
ad un'ancella o ad una servetta delle pulizie,
o ad un discepolo giovine...

Ogni volta che tocca sè stesso
l'uomo scopre la propria insufficienza.

E' infatti il tocco dell'altro
che ci dà pienezza.

Così forse l'androgino
-l'essere pago di sè-
non esisterà mai.

L'invidia di un dio
per una volta fu benefica.
Zeus ci salvò da noi stessi.