giovedì 20 dicembre 2012

ierofanie

Cos'è sacro?
E perchè questa domanda?
Perchè la domanda è eccitante;
perchè potrebbe esserlo anche la risposta;
e infine perchè il mio sadismo non può
che esercitarsi all'infinito.
Avete la stoffa per esso?

Lasciamo perdere i "gesù-cristari"
aut similia.

Il loro sacro è banale.
Mi interessa un altro genere di sacro.
Il mio per esempio.

Conoscete già la risposta
vecchi sporcaccioni.
Non vi sono dubbi:
per me è sacra la materia:
e solo quando da essa sgorga la gioia.
Tuttavia questa fonte, per conservarsi sacra,
deve rimanere lievemente occultata,
in penombra e a una certa distanza.

Mai accostarsi troppo ad essa, mai indagare
con la lente d'ingrandimento!
Essa si oppone all'indagine e all'indagatore:
chi le fa torto verrà sanzionato con la delusione e la morte.

Essa, per vendicarsi dell'occhio troppo avido e indiscreto,
si muterà in cosa: cioè in materia inanimata e inerte.
Essa cesserà di emanare meraviglia;
il muto dialogo della magia sparirà
sostituito dall'arido vuoto di parole spente...

Solo quando rimane scissa dal tetro occhio
della scienza, la materia è sacra.
Per questo sono sacre le vergini.

Oltre vi è l'omicidio: e il suicidio.
Scomparsa la magia,
fugato il sacro, voi morirete.
Morirete, nel deserto di una sapienza
sterile.

Un clidoride, un bell'ano, la scintilla delle pupille:
questo è sacro.
Sacrilega invece è la stupida nomenclatura delle cose,
il voler conoscere, esaminare, sviscerare.
Fatelo: e la Bellezza vi volterà le spalle, per sempre.

Perdendo il sacro si perde la vita.

Al pari di piante senza linfa rivolgerete un ultimo sguardo
al cielo.
Vorreste dunque tornare indietro?
Ne sareste in grado?

Solo al Sole è precluso il tramonto:
perchè esso risorge.

E voi, chi siete?
Sapreste tramontare?
Sapreste risorgere?