sabato 15 dicembre 2012

ultimo arso

Al burrino la vita era bella.
Le cose andavano bene, i clienti erano tanti, e generosi.
Il sole, lì, generoso, splendeva sempre:
o almeno così pareva a me, povero mortale.
Monteburalto, invece, fa schifo.
Di chi è la colpa?
Di Adriana?
Dell'inflazione sulle locazioni?
Oppure di Dio?

Una cosa, tristemente, è certa.
Non spruzzo più come un tempo.
Sono invecchiato. Sono depotenziato.
Per giustificarmi le dico che ormai sono "un vecchio impotente".
Lo infilo e vengo dopo cinque minuti, come un coniglietto.
Passano quaranta minuti e resto con un pezzo di gomma
inanimato, nonostante le premure dell'unica donna che amo.
Forse l'esecrabile colpa è dell'orologio.
Se avessi una notte
- una vita, anzi -
a disposizione!
Orologio: invenzione immonda!
La barbarie dei minuti deturpa il desiderio.
Io voglio eternità!
Io voglio assoluto!
Non stupidi ed esecrabili minuti!

E a rendermi inanimato e triste è la tua infelicità mia amata.
Come posso essere felice se non lo sei tu?
La mia anima è in frantumi, Madalina.
Per me è finita, questo fardello mi uccide.
Se non mi è concesso amarti, non mi è concesso nulla.
Perchè continuare?
Sei stanca di questa vita.
Eppure non vuoi districartene.
Non vuoi amar...mi.

Dinanzi a me solo nebbia.
Consumerò quindi le suole sui marciapiedi merdosi
di Monteburalto per scoprire un giorno, molto prossimo,
che ho amato solo un fantasma?
E questo quindi ciò che mi aspetta?
Tu mi abbandonerai mia amata.
Così è scritto.
E io, al pari d'un condannato a morte
che vuole sfuggire la morte,
io non cesso di lottare contro le catene del
destino,
non cesso di lottare contro l'assurda sentenza
che mi nega la vita.

Ecco, ora il pallido manto della nebbia è più fitto
che mai,
sento, come ghiaccio, la sua coltre
divorare la mia anima di fuoco.
Così, ghermito dal ghiaccio, sconfitto, morirò:
seppure ardendo, sino all'ultimo istante...

E' per questo che avrò vissuto.