domenica 22 luglio 2012

L'onda

Evviva Paterbaldi Clousetti!
Evviva il mare!
Evviva la figa!
Evviva il Duce!

Non chiedete mai le ragioni di un'ossessione!
Quando si ama una donna (Madalina) o un uomo (Clousetti)
l'ossessione è sempre fisiologica; o fico-logica (nel caso appunto d'una fichetta).
L'ossessione per Clousetti è sana e fervida; inoltre durante la notte la rosea
cappella si addrizzerà come quella dei tori, sollecitata dal pensiero delle
mille incantevoli sirenette conosciute al mare...
Al mare!
Ma andiamo con ordine.

Alla faccia della Zuzetti che si masturba il cervello bevendo cappuccini,
Clousetti passa verso mezzogiorno, mantenendo la parola data.
In mezzo alle strade di campagna della pianura pontina,
giungiamo finalmente a Sabaudia.
Nonostante le palle quasi ci scoppino, tiriamo dritto dinanzi a una ninfa bionda
che vende il suo corpo per strada.
Prima di andarci a ingozzare come porci in una pescheria del paese,
ci rechiamo nella verde piazza col monumento bianco inciso in onore
di chi, col sudore, l'aratro e la volontà, edificò sconfiggendo la palude quell'augusta città:
lì in silenzio tributiamo, levando al cielo i bracci destri, un ossequioso saluto dinanzi alla
memoria di quell'uomo meraviglioso che per vent'anni risuscitò l'Italia tutta;
e i cui tremendi sbagli pagò col prezzo più alto.

La pescheria è una specie di ostaria di quart'ordine diretta da un simpatico gaglioffo
i cui familiari, alcuni minorati, altri sdentati, fan da camerieri e cuochi;
ci serve uno sdentato, camerata anch'egli e dalla battuta lesta.
I tranci di tonno e salmone sono eccellenti; i moscardini, annegati nel sugo di pomodoro,
mi risuscitan al sol pensiero l'acqualina in bocca; gli spaghetti alle vongole fanno venir voglia d'esser nati corsari...infine un caffè, per tener vigili i nervi e la coscienza e per svuotar il ventre con un sano scacaccio all'or del tramonto.

Infine giunti in spiaggia, miriamo la bellezza di quel pube divino ricoperto di boschi
alla nostra sinistra: il promontorio del Circeo!
Poi si gioca a freesbe; e il Patucchi -vestito di rosso, elegante come un albanese, bello come Lucio Dalla, il volto amaranto spalmato di bianca sementa, denti gialli, la pancia d' un tricheco- dà il meglio di sè, saltellando qui e scattando là, afferrando il disco con pose plastiche che nemmeno l'occhio di Fidia avrebbe mai concepito...

Ma lo spettacolo continua!
Tramutato in clown, ebro di adrenalina, più rubicondo che mai, il circense Patucchi "rimorchia" due fichette di medio livello che dietro di lui giocano a racchettoni!
Eccezionale...
Scambiatolo per un allegro demente, le fichette gli regalano sorrisi e battute, precludendogli la
fica per sempre.
Ma Patucchi è felice lo stesso!
Si getta in mare, fra le onde burrascose, mentre io, a pezzi, mi adagio sull'arenile.

Patucchi!
Niente t'incrina lo spirito: l'esser condannato alla mano destra, il fato di clown e la beffa perpetua:
e tu ne ridi, bevendo a garganella sciampagna!
A un certo punto, complice la burrasca, non scorgo più l'amato:
col cuore in gola temo il peggio...
Invece Elio è lì, in mezzo ai tempestosi flutti, e mi saluta pure!

Elio, infinito clown: per me tu sarai sempre lì, col sorriso in mezzo
ai flutti, impavido e sereno dinanzi ai baratri!
Che importano i flutti!
Che importano i baratri!
Maestro della gioia, esempio fulgido della follia!
Oltre ogni onda ci sarai sempre tu.