martedì 29 gennaio 2013

un presagio

Stanno forse le porte d'un destino per schiudersi?
Il mio destino?
A me...che non ho mai creduto al destino?

Ah esecrabile d'un Dio!
Quanto ti preferro oh Mefistofele!
Altro che le ovine preghiere del pio Clusetti!
(Prega, prega, mi belava l'infermo:
No! Lotta! Lotta! mi gridava invece dalle viscere
l'animo mio in fiamme).

Mai una porta mi si schiuse dinanzi se non per merito
di questi miei pugni scorticati e coriacei,
dei miei calci asinini e riottosi,
della mia folle e indomita volontà,
della mia imperterrita lotta!
E quante volte ho fallito!
Quante volte col fango in volto mi rialzai!
Quanti oceani di fiele bevvi
sino a diventare fiele io stesso!

"Fa ciò che devi: e venga pure la morte!" :
questo è il mio motto.

No amici, se le porte della felicità
si schiuderanno per questo
miserabile pagliaccio,
non sarà per merito d'un destino qualunque,
non sarà l'agognato frutto caduto per caso
o per il volere magnanimo d'una provvidenza avida
di preghiere servili:
sarà per merito mio!

Ma ancora è presto per cantare vittoria.
Anzi: non mi udirete mai cantare vittoria
nemmeno nella remota regione del Sogno!
Se il Sogno diventerà realtà,
se il mio cuore e quello di Madalina
un dì benedetto si congiungeranno
sino a fondersi in un amore eterno e mortale,
io tacerò, statene certi.
Mai imprigionerò la celeste farfalla
che un dì ebbi la fortuna d'incontrare.
Se vorrà essa potrà scaldarsi nel mio palmo
e accompagnarmi per l'arduo sentiero della vita,
giorno per giorno.
Se vorrà....

Oggi scorsi un presagio.
Un presagio lieto incastonato nell'azzurro
dei tuoi occhi, Madalina.
Un miragio?
Possa allora il mio sangue
nutrirlo sino alla fine,
sino a dargli il nome della verità.