venerdì 25 gennaio 2013

la sfinge

Una volta, ad una cena,
chiesi a Eleonora Santucci:
"Che cos'è il Male?".
Eleonora mi rispose con una semplicità
e una chiarezza assoluta:
"Il male è volontà di distruzione;
il male è volontà di distruggere l'altro
".

Alla cena c'erano anche quei due baccalà di Elio e A.r.,
entrambi ubriachi e infatuati del culetto di Nora
e quindi incapaci di articolare un qualsiasi discorso
che andasse al di là delle solite
minchiate mistico buddiste.

In quella circostanza ciò che mi interessava,
seppur fugacemente, non era il sederino minuto
e mascolino di Nora, bensì la sua lucidità, la sua capacità di analisi.
Seppur perduta in una dialettica sterile e verbosa,
per una volta Nora aveva fatto centro,
senza tanti giri di parole.

"Il male è volontà di distruzione;
il male è volontà di distruggere l'altro".

Oggi non so cosa combini Nora,
non so se continui a farsi spillare soldi
da qualche strizzacervelli oppure se
sia stata in grado di infischiarsene di tutte le
seghe mentali che l'affligevano e si dedichi
con serenità all'unico conforto della vita.
(No caro Elio, non mi riferivo alla fede;
mi riferivo al sesso:
la fede, questo dono immenso,
lo lascio a te e alle ferventi
monachelle che ti piace frequentare).

I cazzi di Nora non mi riguardano:
ma spero, poichè le voglio bene,
che abbondino, in senso non metaforico.

Tutto questo per chiarire
il senso della parola "Male".
E qui mi fermo.
Le mie indagini si fermano sempre sulla superficie,
sulla crosta, dolosamente.
Se andassi più in là vi sprofonderi nell'abisso
e così vi farei un torto: perchè l'abisso
va esplorato da soli, se ne si è all'altezza;
e perchè nessuna parola può ricrearne le suggestioni.

Guardai estasiato Nora.
Le parole, usate con arte e parsimonia,
suggellate dall'artificio del silenzio
-il silenzio, come il vuoto, non esiste-
creano una tensione erotica.

La frase di Nora sul Male
-non già il suo culetto sifilitico, badate bene!-
me lo fece indurire per qualche istante.
Poi Nora riversò altre chiacchere, stantie, ed Eros
mi abbandonò.

Bene, cara Nora, grazie per la lezione.
In tre parole dicesti tutto.
Con la tua semplicità mi hai illuminato più di Sade.
Non ti sottoporrò altre stupide domande come:
"e la volontà di distruggere il male, è male o è bene?"

Quando gli uomini credevano nel potere delle cose,
si rivolgevano ad esse per avere una risposta.
Un esempio fu la sfinge.
Interrogata, il più delle volte essa taceva.
E quando rispondeva, celava dietro gli enigmi il senso della sua risposta.
Solo così era dato attingere a quella che gli uomini chiamavano "verità":
calandosi nel pozzo oscuro delle parole,
smarrendosi nel labirinto dell'errore.

Si narra che un giorno un tale si recò dalla sfinge.
Le rivolse una domanda:
"Che cos'è il Male?"
La sfinge sorrise, per un istante.
Poi i suoi occhi si trasformarono in uno specchio.
L'uomo sbalordito vide riflessa la sua immagine.
"Così il Male....sono io" disse.