giovedì 6 ottobre 2011

la dea

Gli appuntamenti possono essere fatali.
Sopratutto gli appuntamenti con Clouseau.
C'è sempre qualcosa che impedisce a Clouseau di essere puntuale.
I suoi ritardi si basano pressochè su prolungati lavaggi al bidet, ripensamenti dell'ultim'ora,
vendette personali e altre amenità, come gatti, tartarughe e sifoni guasti.
Nell'attesa in macchina ascolto canzoni alla radio e contemplo il mio cranio lucido e spelacchiato,
arso da una luce solare forte e indifferente alle tragedie umane.
Stanco di noia mi dirigo a casa di Clouseau.
Busso e mi apre una donna attraente e gentile, sulla cinquantina.
Snella, occhi d'un azzurro chiaro, lineamenti sottili e curvilinei, gambe magre e sode.
Vivace, come una bambina di otto anni.
Quelle gambe, deliziose ed eccitanti, preludono fantasie inconfessabili: così vado a confidarmi con Clouseau.
"Niente male la signora di sotto..."
"E' mia madre" risponde amabilmente Clouseau.

In un quarto d'ora questa adorabile creatura mi spalanca il suo mondo, palpitante e tumultuoso...
Ella è un'aristocratica, una poetessa, una tribade arsa da un'ansia di vivere all'infinito,
di godere perpetuamente...
Dopo cinque minuti che la conosco mi invita a giocare a ping-pong -alle dieci di mattina
di un giovedì feriale!-, con la nonchalance tipica dell' aristocratica, liberamente padrona
di dissipare il proprio tempo e la sua vita nel capriccio e nel gioco...
La casa di Clouseau è un tempio a Venere: vi regna solo la Bellezza, la Forma, l'Armonia...
Ogni centimetro è frutto di una ricercatezza sublime, votata al Bello, in senso classico...
Naturalmente, come ogni donna aristocratica, Ella è spudoratamente consapevole delle proprie origini, della propria cultura, della superiorità sociale a cui appartiene;
e sfoggia questa sua superiorità artistica e intellettuale con piglio e posa ghibellina.
Naturalmente, come ogni donna che si rispetti, Ella è anche frivola;
di una frivolezza innocente, per così dire, che appartiene necessariamente al suo ceto
e al suo stato di natura, cioè di gioconda.
Le sue poesie, di una malinconia sublime, anelano e tributano amori impuri, immorali, forse inconfessabili...
Ella è una Giulietta, pronta a tutto: al tripudio, all'efferatezza inconsulta e al sacrificio estremo...
Donne simili, per poter essere amate, richiedono uomini d'eccezione,
uomini votati ad una dedizione estrema,
uomini-padri che amano come padri indulgenti e non come mariti possessivi e gelosi,
uomini di rara saggezza che -pur di preservare sempre la felicità della creatura donata loro dalla
Provvidenza- sono disposti a tollerare tutto, compreso il libertinaggio della loro amata...
Donne simili, che più vetustano più ardono di vita, sono doni rarissimi,
frutti acerbi che non maturano mai, il cui nettare virgido inebria voglie immortali...
Donne simili sono Dee mortali.
Solo ad Esse è lecito immolarsi.