venerdì 2 novembre 2012

la buona notte

Giornata epica, feconda di speme.
Si parte verso verso le dieci -nell'ora in cui il mattino ha l'oro in bocca,
come saggiamente insegna quel grande maestro di vita che è
Mario Prodi-,
alla volta di Via MonteSburalto 152 Prati Fecali, pardon, Fiscali.
Al mio fianco c'è lui, l'infinito Clusetti.
Con Elio bisogna bandire le ciance: bisogna imporsi con gli argomenti
del cazzo, anzi, della fica.
La giornata è impastata di grigio, ma qualche laida nuvola
non può fermare l'ardimento di chi ama.
Arriviamo, parcheggiamo e ci incamminiamo.
La zona è un laido e maleodorante dormitorio del Nomentano che puzza di minestra
d'ospedale.
Palazzoni grigi e sporchi, filippini funerei che passeggiano senza meta,
escrementi di cane sui marciapiedi
alla stregua di glosse a margine di un compendio dell'orrore,
un incubo pasoliniano...
Quando si ama con l'impeto della disperazione,
si inghiotte l'orrore al pari di barbera frizzante.
Al termine dell'incubo, infatti, c'è il sogno, la speranza, la vita: cioè Madalina.

Piano terra.
L'odore del rancio d'ospedale è quasi asfissiante.
Sulla porta, ironica, quasi demenziale, è affissa una targhetta con un certo dottor Hussein,
specialista in pediatria...
La porta si apre.
Il sogno è realta.
E' Lei.
Madalina.
Tutto il resto, cioè la mezz'ora successiva, è ineffabile, appartiene alla dimensione
dell'Assoluto.
Commosso, infine, mi congedo, assieme ad Elio.

Abbandoniamo il dormitorio dell'orrore e raggiungiamo a piazza di Spagna
il placido Albi e la sensuale Candy.
Tutto è bello: si cincischia, si vedono basiliche e borsette, lo struscio mette appetito.
Albi, novello Mario Prodi, ci invita a pranzo:
lieti del convivio, tra una gricia, una bruschetta, qualche carciofo, della trippa e un vinaccio da due soldi, il gozzo e il ventre trovano ristoro.
Poi si prosegue: il tempo di qualche balordaggine patucchiana, qualche foto, due gelatini alla crema
e arriva lieve una pioggerella, sobria come la pipì di un cardellino...
A via Margutta dobbiamo separarci dal nostro amico mecenate.

Albi, uscito dalla penna di Moravia, elegante e decadente, conduce con rassegnata indolenza un'esistenza blanda e moralmente astenica, permeata da un fatalismo negativo e perentorio.
Forse per questo Albi ama il bisessuale Binda, perchè Binda non è stato ancora corrotto
dalla sua morale nichilista: e un giovane che "spruzza lontano", come Binda, ebro di ideali e ottimista, rappresenta uno stimolo quasi erotico per chi, come Albi, si è ormai avviato a declinare esteriormente la propria decadenza interiore...
Scevro da ogni ideale, Albi si acconta di mangiar bene e sborrare bene.
Candy, all'opposto, fulgido esempio di un edonismo straripante, andrà a sbrinare alle Maldive (o a Cuba).
Io ed Elio, invece, andiamo a casa, al pari di due battone stanche.

Per strada compro un libro ad una bancarella.
Due chiacchere con Barina, una birra al pub.
Una cameriera obesa, una biondina, sborrabile, la speranza di Elio per l'aldilà.
Intanto passano i giorni, i mesi, gli anni.
Non temere per l'aldilà, caro Elio: se c'è avrai tutta l'eternità per annoiarti.
Qui, invece, di tempo ce n'è poco: e solo la gioia merita tempo.

Le coperte sono fredde.
Una volta accucciati sogneremo.
Chi l'aldilà, chi Madalina, chi Binda, chi le Maldive.
Buonanotte a tutti voi, miei cari.