domenica 18 novembre 2012

la vela

Che giornata!
Si, si, lo so: sarebbe stato bello concluderla in un letto
scaldando i piedini ad Anemona o a Madalina o a una qualsiasi bella adolescente-
anzichè stringere la mordacchia e ricadere nella gelida solitudine delle coperte!
Ma quel giorno verrà, ne siamo certi.
Si scalderanno piedini e si spruzzerà dentro, forte, senza guanto nè timore.
L'angoscia, il mal di vita, a quel punto spariranno, prosciugati dalla Fede e dall'Amore...
Paladino della Delizia e dell'Illusione eterna,
mi immolerò soltanto al mio unico dio: l'Adolescente.

Nel frattempo si lotta per la gioia, come insegnano i poeti.
Andiamo in barca a vela al Circeo -sacro pube d'Artemide-
con Albi, Binda, Rigates, Candy e Maximilian, zio di Albi.
Maximilian, armatore d'eccezione, vincitore di innumerevoli regate,
costruttore di barche a vela, anziano
lupo di mare cui sotto le spesse rughe da marinaio si sprigiona una vitalità sanguigna
e ferrea, ci conduce a zonzo per quel pezzo di costa che congiuge il Circeo a Sburracina.
Il vecchio marinaio, alternando ordini a spiegazioni tecniche, ci narra le sue gesta, la circumnavigazione del globo in quattro anni con la barca a vela costruita col suo ingegno e col suo sudore, le usanze degli aborigeni, i pirati di Panama e mille altre amenità.

All'appello mancano Elio e Barnaba:
sopratutto Albi si duole dell'assenza del Patucchi, al pari di un imperatore
anemico e negletto che per vivere ha bisogno di giullari ilari.
Sullo sfondo grigio Zinnone, Ponza e Palmarola -il cui profilo ricorda il dorso
d'una balena- ci rammentano la bellezza terribile del mare.

Verso le tre mandiamo giù per il gargarozzo
una focaccia farcita con salame piccante e formaggio,
innaffiandola con un ottimo sbrunello di Montalcino.
Infine, stanchi ma paghi, torniamo al porto, ormeggiamo
e una pioggerella comincia a cadere.

Il tempo d'un caffè e due ciambelline all'anice ed è già buio.
Salutiamo Albi e la sua nobile famiglia e ce ne andiamo, un pò malinconicamente.
(Almeno io: del resto come si può restare privi di malinconia quando
nel gelido letto ci attende la solitudine e non l'amoroso abbraccio
-i piedini, il collo, i capelli, le labbra- di una adolescente?)


Binda, maestro di scuola media, fermo allo stadio contemplativo del desiderio carnale,
ci parla delle sue giovani alunne che gli turbano il sonno...
Osserva, commenta... e non spruzza, quasi a causa di un'infermità mentale non dissimile da quella che ha colpito Patrizio Gucci...
Arigates, contagiato dal virus Barnaba, assestatosi a livelli sburatoriali non eccelsi, si accontenta...

Per fortuna, a dare speranza a tutti, c'è Elio:
ha una vita davanti
e tante delizie da scoprire.
Purtroppo, qualche volte, fa cilecca:
come ieri sera con Madalina.
Colto da un panico irrazionale (la fretta, il guanto, le dimensioni
non taurine del membro) ha combinato qualche pasticcio,
facendo arrabbiare Madalina...
Ma non è nulla di grave caro Clusetti!
La fretta non deve esistere, i guanti vanno gettati in faccia alla fobia!
Impara a far godere: solo così godrai.
Questa è la lezione più importante.

Al ritorno da Montesburalto prendiamo due birre
e andiamo a casa di Elio a farci due spaghi.
In una padella ampia mettete olio extravergine d'oliva,
aglio a pezzetti, una dozzina di pomodori ciliegini senza buccia
spaccati a metà, pasta d'acciughe
marca "Balena", peperoncini, una spruzzata di vino bianco,
un cucchiaino di aceto balsamico e fate cucinare
a fuoco medio per cinque sei minuti
(attenti a non indorare troppo l'aglio!)
Mi raccomando: non salate la pasta!
Dopo otto minuti gettate gli spaghetti al dente
nella padella e mantecate a fuoco alto per
due minuti; dopodichè spegnete il fuoco e aggiungete
una spruzzata di grana e due o tre cucchiai di pane
grattuggiato alla pasta; rigirate bene e servite.
Elio era in estasi.
Per concludere abbiamo preso del pecorino sardo
non stagionato, davvero ottimo.

Fuori piove forte.
La malinconia, amarezza lieve, mi riaccompagna a casa,
nel mio freddo letto.
Chiudo gli occhi.
Un giorno riscriverò il mio presente senza più l'inchiostro del tedio.
Quel giorno avrò dei piedini accanto.