domenica 24 giugno 2012

la mummia

Delia Zaganelli ha quaranta anni.
Laureata in economia e commercio, ritiene che le quattro minchiate studiate all'Università, unite
al "pezzo di carta" ottenuto attraverso duri sacrifici nozionistici, rappresentino uno dei massimi traguardi della vita; non comprendendo invece che tale pezzo di carta altro non è che il passaporto del plebeo alla scalata sociale.
Non tutti sanno che Delia è ancora vergine.
L'unico "rapporto" che ha avuto in vita sua è stato un petting sfrenato con un magrebino conosciuto
in una discoteca di Rimini.
Delia purtroppo invecchia a vista d'occhio.
Da ragazza non era brutta, ora assomiglia sempre più ad una mummia.
Le carni flaccide pendono senza grazia da un corpo a forma di lavatrice, le rughe infestano ogni angolo della sua epidermide, al pari dei cadaveri risecchiti degli egiziani.
Delia inoltre esala un odore non proprio gradevole, come di mestruo secco, legato forse a cattiva igiene.
Nonostante ciò, ella si ritiene ancora una donna avvenente, in grado di sedurre:
purtroppo però la realtà non sembra essere dello stesso avviso e di fatto neanche un cane
si degna di corteggiarla.
Le sue frequentazioni (per lo più plebaglia comunista che crede di rappresentare il non plus ultra dell'umanità per il fatto di avere un tetto sopra la testa) non le offrono esemplari interessanti di maschi: così si accontenta di andare al cinema o a ristorante con due o tre zitelle che come lei condividono lo stesso mummiesco destino.
Ella, inoltre, nutre una simpatia per un facoltoso geometra di destra, insicuro e maldestro, a cui tuttavia non si degna di offrire la vulva.
Il geometra però non è affatto attratto da lei, poichè frequenta giovani escorts rumene, infinitamente più belle e avvenenti della mummiesca amica.
Un giorno d'estate, in uno stabilimento balneare, Delia conosce un ballerino brasiliano, un certo Carlos.
I due fanno amicizia, la sera escono, vanno a ballare in discoteca e Carlos infine la fotte, senza preservativo.
La settimana dopo Carlos scompare, alla volta di Milano.
Poco tempo dopo Delia avverte dei fastidiosi pruriti alla vulva: dopo accurati accertamenti
medici scopre di aver contratto (con ogni probabilità dal ballerino brasiliano)
una grave malattia venerea, un certo papilloma virus, con esiti
degenerativi neoplastici.
Purtroppo la malattia degenera e Delia contrae un cancro maligno alla vulva.
Comincia così per la disgraziata un terribile calvario: gli interventi chirurgici,
la chemioterapia aggravano le sue condizioni; ormai ridotta ad uno zombie,
i medici le pronosticano poche settimane di vita.

Arrivata a questo punto, Delia chiama infine il suo amico geometra, cui non si era concessa.
"Ti prego -gli dice in lagrime- amami tu un'ultima volta!" e socchiudendo
gli occhi gli porge le labbra per un bacio.
Il geometra, disgustato, le bacia le labbra.
"Avanti, adesso amami!" insiste lei togliendosi le mutande.
Il geometra, ancor più disgustato, la masturba sul clitoride, fino a farla godere.
Delia gode, gracchiando istericamente come una cornacchia.
Infine il geometra va a lavarsi le mani; poi se ne va, senza salutarla.
Un tempo l'avrebbe scopata, quando ancora non era una mummia...