sabato 23 giugno 2012

aldo carezza

"La potenza che ha condotto alla caduta è quella stessa attraverso cui si può conseguire
la liberazione" (principio tantrico)

"Misericordioso è colui che sopprime ciò che è immondo" (Brahmana).

Aldo Carezza sembrava nato sotto il segno della dannazione.
Disoccupato, quarant'anni, viveva con lo zio, ex bidello elementare.
Saltuariamente, per guadagnare qualche spicciolo per una birra, faceva il muratore,
il buttafuori, lo scaricatore e altri lavori spaccaculo.
Poi, un giorno, l'anziano zio spirò, lasciando al povero Aldo vari buffi.
I creditori dello zio lasciarono Aldo in mutande, senza casa e senza speranze.
Gli restava solo un camper scassato e senza assicurazione, dove almeno poteva dormire.
D'inverno schiattava dal freddo e d'estate lo divoravano le zanzare tigre.
Non fotteva da quasi vent'anni, andava avanti con la mano callosa.
I denti gli caddero tutti, uno ad uno.
Per campare zappava la terra tredici ore al giorno nei campi di Campozelone, per venti euro
al giorno (in nero ovviamente) in compagnia di negri, cingalesi e rumeni.
Un giono, nei pressi del camper dove albergava, vicino a un cassonetto d'immondizia,
trovò un libro, un'antichissima raccolta di testi sacri della tradizione indiana: i Veda.
Aldo raccolse il libro e lo lesse: parola dopo parola, scoprì un mondo nuovo.
Un mondo fatto di luce, spirito, potenza: di riti, iniziazioni, magia, sacrifici, purificazioni.
A contatto di quel mondo, Aldo si sentì elevato e purificato dalla bestiale
vita materiale che era costretto a condurre per un tozzo di pane e una birra.
Giunse così ad una definitiva scelta esistenziale: abbandonò per sempre la turpe e brutale schiavitù del lavoro, del danaro, del bisogno materiale.
Padrone della propria esistenza, radioso, sereno, fortificato, incrollabile, lo si incontrava
facilmente giù al lago di Zemi, solo, a pregare in silenzio, all'alba o al tramonto.

Il suo tragitto su questa terra durò cinquantasei anni.
Gli amici lo trovarono nel suo camper.
Un sorriso ornava le sue labbra.
Lo seppellirono in un campo di agrifoglio.
Quel giorno il sole splendeva.