martedì 26 giugno 2012

il mostro

Alfia Q.Bel Marrazzi è fisicamente un mostro.
Alta un metro e quarantasette, centoundici chili di lardo, pelle grigiastra e incartapecorita, sembra afflitta dalla malattia dell'uomo elefante.
A dar retta alle fregacce sulla metempsicosi, cui credeno alcuni baccalà come Closeau, si sarebbe indotti a concludere che, incarnata in un sudario orripilante, l'anima di Alfia sconti in tal modo
la (metafisica) sanzione per una qualche empietà perpetrata in una precedente vita...
Il fato, crudele, oltre ad essersi accanito sul corpo di Alfia, l'ha privata di quasi tutti
gli affetti di cui normalmente un essere umano è circondato: senza più genitori nè fratelli,
gli resta soltanto un "amico" di cui è follemente innamorata: un facoltoso geometrino, insicuro
e maldestro, conosciuto all'università.
Il geometra, bruttino, anch'egli afflitto da lievi menomazioni fisiche e intellettive (naso "a pippa", rossore al volto, altezza e pene al di sotto della media, tutta una serie di turbe psichiche e mentali che qui sarebbe troppo lungo elencare) frequenta assiduamente Alfia, quasi per una legge naturale che congiunge i simili: in questo caso gli "scarti" di una società
falsamente cristiana e solidale, il cui parossistico credo estetico è la misura di ogni cosa.
Nonostante ciò, il geometrino non riesce ad accoppiarsi con Alfia, mentre è attratto dai corpi sani e giovani delle adolescenti rumene (e non).
Inoltre il geometrino, a causa del pessimo esempio ricevuto da un lussurioso siciliano
che lo trascina con sè in squallidissime esperienze erotiche, prende il vizietto delle "mamme
ignote"...
Alfia dopo un pò scopre che l'amato la tradisce con donne a pagamento:
addolorata, colma di odio e disgusto, lo aggredisce pubblicamente come se fosse legata a lui da
un vincolo matrimoniale...
Il geometra subisce in silenzio le ingiurie di Alfia e infine, per la vergogna, si impicca
nel bagno del suo ufficio.
Alfia, disperata e sola, si consolerà per il resto dei suoi giorni ingozzandosi
di pizzette e dolci.
Morirà, vergine, a sessanta anni.