giovedì 1 dicembre 2011

il mago

L'operazione magica numero due è semplice.
E' così semplice che potrebbe essere eseguita persino da un minorato.
Tuttavia di "magico", in essa, non c'è nemmeno l'ombra.
La magia esige infatti una serie di regole inflessibili, l'ufficialità del rito, il potere (o mana) sovrannaturale dell'officiante, l'esattezza delle formule, la genuinità degli "ingredienti";
e, per ultimo, la cosa più importante: il risultato (magico)!
L'obiezione è quindi cristallina: qui manca il risultato mio caro Beltrapi!
A meno che non si voglia indicare nello "sfogo alla vostra fantasia" quel quid di magico che altrimenti latita in tutto l'esperimento...
In definitiva siamo quindi dinanzi ad una "psicomagia": al delirio meraviglioso di un uomo riconoscente (Beltrapi) che ama la vita, il sole , l'acqua , la terra, le donne, la generazione, etc. etc.,
che, guidato da un impulso estetizzante e pagano, "deve" ringraziare il creato per tutti i suoi doni.
L'analogia col frate d'Assisi è sin troppo banale.
Bisogna aggiungere altro?
Si: se Beltrapi è pagano, lo è proprio perchè l'educazione cristiana lo ha castrato da giovane;
e ora sente il bisogno di riappropriarsi di aria fresca e di polmoni nuovi.
Il creato non cesserà mai di stupire e commuovere il sempre vergine Beltrapi.
E, dal canto suo, con la nobiltà che gli è propria, Beltrapi non cesserà mai di lodare il creato:
che, con ingenuità candida e puerile, continua a chiamare Dio.