martedì 29 novembre 2011

l'operazione magica numero zero

Modesti, seppur pregevoli, i risultati sin qui espressi dal mio amico Beltrapi.
Modesti nella quantità, s'intende: perchè Beltrapi sa bene ciò che vale.
La sua forza di volontà è grande: come una diga che trattiene un mare: o è la sua volontà come un mare, trattenuto da forze e vincoli più grandi di lui?
Cosa aspetta a deragliare, a spezzare le catene?
In fondo le catene gli piacciono, come un noto "cordone" da egli stesso concepito.
Perciò non è un represso: si adagia sul letto di tortura e gioisce sui chiodi come un laido fachiro.
Anche il Professor Chicazzè è un represso: se non fosse un clown
lo avremmo gettato dalla rupe tarpea per levarcelo di torno.
Invece lo amiamo: perchè ci fa pietà e ci rispecchiamo in lui, povero fallito sentimentale.
Ora, visto che Beltrapi si adagia e ama i letti chiodati, sorge il sadico desiderio di sedersi sopra di lui e fargli sentire ancor di più le punte acuminate.
Ma è tutto tempo perso! Beltrapi Chicazzè è un genio della pena, è un emulo del cristo!
Il suo perverso desiderio è di essere crocefisso e sputazzato!
Beltrapi è duale: metà pagliaccio e metà nazareno, anela la corona di spine: e allo stesso tempo
dall'alto della croce se la spassa come una canaglia!
In conclusione: Beltrapi si autocrocifigge per puro narcisismo.
Chi ha narici forti, il bracco addestrato, riconosce il lezzo dell'incenso da lontano.
Io, umile servo del Signore, mi limiterò a carezzare la maschera: sapendo che sotto di essa, da qualche parte, si cela, giocondo e maledetto, Beltrapi.