lunedì 12 dicembre 2011

l'empio

Passeggiare per il bosco con Pepus è divertente.
Gli argomenti toccati sono disparati: la bilocazione di Padre Pio, le visioni di vari dementi contadini, Buddha, Cristo, l'impotenza epistemologica della scienza, il pensiero che modifica la realtà fisica, etc.
Quasi con sistematico oltraggio mi diverto a minare ogni certezza balducciana, affinchè venga corrotta dal verme del dubbio.
Da buon credente Pepus si accanisce verso di me, cercando di condurmi sulla retta via.
Deve convertirmi.
I pensieri immodificabili mi urtano.
Preferisco minare, sabotare, insultare.
Le teorie edificanti mi fanno vomitare.
Non che io ami i deserti: mi piace il tremolio delle stelle perchè non acceca il mio sguardo.
Come esseri umani siamo tutti infetti : infetti di verità.
E vogliamo sempre infettare gli altri con i nostri miseri fiati!
Anche lo scettico è infetto, infido e malfermo: ma sta al suo posto.
Da dentro esaliamo l'odore delle cloache.
Per questo ci copriamo di profumi.
Buddha avrebbe fatto meglio a tacere e gettarsi in mare con una pietra al collo.
Invece tutti i suoi apostoli imbecilli assillano la terra con la loro compassione marcia e le loro parole anemiche.
Nessuno è buddista e nessuno è cristiano.
I santi sono poveri vigliacchi che si ingannano di sfuggire al putrido destino della carne.
Come è divertente tutto ciò!
Baldacci!
Empi i calici!
Non a Buddha nè a Cristo devi brindare, pallidi fantasmi malati:
alla Carne, ancora calda e sana, sia rivolto il tuo inchino devoto.
A questa Carne così imperfetta ed ebbra di desideri...