lunedì 18 febbraio 2013

la bambina



E' il cocchiere o il cavallo che conduce la carrozza?
Dove approderemo? Dove ci sfracelleremo?

Giungo sulla Bontina.
Alle tre in punto.
Ho un'appuntamento.
La bambina è lì, seduta sul muretto di cemento con la schiena curva,
lo sguardo perso nel vuoto delle macchine che passano senza senso.
Sei triste, non c'è dubbio.
L'ultima volta io ed Elio scorgemmo una lacrima uscire dai tuoi occhi.
Fu un'istante: poi ci regalasti il tuo sorriso candido.
A furia di stare seduta su quel muretto di cemento il tuo povero sederino
è diventato rosso e dolorante.
Ma oggi sarà un giorno un pò diverso, divertente e più sereno.

Come sei piccola!
Non sembra che hai diciannove anni, ma sedici al massimo.
Un pò provo imbarazzo perchè potrei essere tuo papà.
Ma l'imbarazzo dura poco.
Così ti prendo la mano, stringendola e scaldandola teneramente.
Passeggiamo per il centro commerciale
come una delle tante frivole coppiette.
Vuoi mangiare?
No, preferisci acquistare una borsetta cinese.
Ti piaciono anche degli orecchini con una pietra viola
ma costano troppo.


Ci appartiamo
in una stradina a cul de sac
accanto ad un magnifico campo
dove l'erba cresce alta e verde.
In un attimo il mio corpo è nudo
sopra di te.
Accarezzo il tuo seno rosa e generoso.
No, non girarti.
Voglio fare l'amore guardandoti negli occhi.
Forse ancora hai un pò paura di me perchè
non ci conosciamo tanto bene.
Per questo non vuoi che baci la tua bocca
e libi il tuo seno.
Ma io ho pazienza.
Saprò lottare.
Le tue labbra e il tuo seno saranno la mia vittoria più grande...

"Non ti devi inamorare di me" sussurri.
"No. Te lo prometto" dico mentendoti.
Vengo, sospirando, e batto la testa sulla tua.
Ridiamo.
Fai la pipì, inginocchiata sul prato.
Ti accompagno, a malincuore.
Ti lascio dove ti ho presa, sul muretto di cemento,
dove le auto passano inutili
come inutile scorre
tutto il tempo del mondo
senza di te.