venerdì 25 ottobre 2013

lo schiavo

Filiberto Glandini è un giovane romano
ossessionato dalla ricerca dell'amore.
Per far colpo sulle donne,
egli inscena la parte del pagliaccio folle
che ad ogni costo e a ogni piè spinto
cerca di suscitare l'ilarità generale
a mezzo di miserabili battute da cabaret.
Il risultato di tali pagliacciate,
nel segno della mediocrità,
è sempre un disastro:
a parte il saltuario sorriso a denti stretti
di qualche zitella in decomposizione,
la sensazione complessiva è di una forzatura
e di un generale fastidio degli astanti.

Le coetanee appartenenti al ceto sociale del Glandini
semplicemente gli danno in culo,
salvo il caso di due o tre zitelle
conosciute all'oratorio
e belle come la fame d'inverno.

Affetto da un' assoluta inettitudine in eroticis,
il Glandini si consola con pipe,
massaggi cinesi
e la costante frequentazione di
meretrici dell'est
cui eiacula in bocca.

Un giorno,
un certo Brigates Pulcinelli,
anodino avvocato napoletano
invischiato nel losco giro
della prostituzione minorile,
convince il Glandini a tentare
la "carta vincente":
per soli diecimila dollari,
egli potrà conseguire l'agognato sogno
dell'amore (e della patacca):
recandosi all'uopo in una sperduta località
del Patakkistan,
potrà scegliere a suo piacimento
presso un apposito mercato di schiave,
una fanciulletta di dodici
o tredici anni,
appositamente venduta dalla famiglia
grazie alle barbare usanze
colà vigenti.

Subito dopo l'acquisto,
grazie all'ausilio
d'un funzionario civile corrotto,
il Glandini avrebbe sposato
la bambina ed ottenuto
le scartoffie necessarie per portarla
in Italia in qualità di moglie.

Così,
in mezzo a beduini e a cammellieri puzzolenti,
il Glandini, con la bava alla bocca,
sceglie la sua sposa:
una esile ragazzina di appena dodici anni,
dai capelli neri e la carnagione scura.

L'umile creatura si chiama Dandra:
al Glandini viene assicurato
che ella è vergine ed obbedirà
per tutta la vita
ossequiosamente ad ogni suo volere...

Rientrato nel belpaese con la bambina,
il Glandini
-eccitato come un cane
e straripante
d'un desiderio carnale represso-,
si unisce alla creatura
e senza neanche pensarci
le viene dentro:
la bambina rimane incinta.

Il Glandini è felice,
finalmente si sente un uomo realizzato
con una moglie e un futuro figlio,
al pari dei suoi simili.

Dandra invece soffre,
poichè è solo una bambina.
La notte, dopo aver assecondato
i turpi desideri carnali
di un uomo per cui non prova alcun affetto
nè attrazione,
piange silenziosamente
coprendosi il volto con il cuscino.

Decisa a non assecondare
le turpi voglie
di quell'uomo estraneo, nè di portare avanti
il peso della gravidanza,
la povera creatura,
con un gesto risoluto e inopinato,
in una mattina d'autunno,
si toglie la vita
gettandosi dal quinto piano d'un palazzo.

L'orribile tragedia sconvolge
il Glandini.

Perchè si è uccisa?
Poteva essere felice...o no?
Pazienza, peggio per lei:
devo essere felice, ad ogni costo...

Una settimana dopo i funerali
il Glandini
riparte per il Patakkistan.

Avrebbe scelto un'altra bambina
in quel lurido mercato di schiave.
Perchè la vita, in fondo, va avanti.