giovedì 17 ottobre 2013

la domanda di gisus

Respinto infine dalla negretta di Sermoneta
che scrive versi anodini,
il ciandala di col d'auricchio, Gisus Cazzucci,
al pari d'un barboncino in calore,
con la reiterazione tipica degli ossessi,
mi pone da tempo questa domanda:
che cosa devo (dobbiamo) fare per trovare l'amore?

A questa domanda, caro Gisus Cazzucci,
non so rispondere.
Avendo amato troppo, e invano, e troppo spesso,
mi sia concesso il silenzio
di colui che non ha più nulla da dire in merito.

Del resto, caro il mio Gisus Cazzucci,
la tua domanda, vecchia come il mondo,
oggetto di disquisizioni d'ogni sorta,
ha già ricevuto sufficienti risposte.

Ma una cosa è conoscere le risposte
-ammesso che queste siano corrette-
e altra cosa è metter in pratica le medesime.

Visto che le preghiere all'onnipotente
non ti hanno dato frutto alcuno,
potresti tentare molteplici vie.

Attenendomi al banale potrei consigliarti
di incassare i crediti (prescritti) inevasi dal Falli
e utilizzarli per una seria e generale chirurgia plastica
con finalità estetiche...
Anche se ciò, naturalmente non basterebbe,
poichè in ogni caso dovresti pazientemente
attendere il giorno in cui la scienza medica
sarà in grado di impiantarti il cervello clonato
d'un Buralix (o d'un Falli).

Su un diverso piano, invece,
sempre al fine di trovare una risposta alla tua
tribolata domanda,
potresti provare a cercare qualche libro di magia
nella biblioteca di Lucano
e vedere se trovi qualche intruglio a base di ali di pipistrello
e feti morti: dopodichè sarà sufficiente
invitare la negretta di Sermoneta
a bere una camomilla e mescervi di soppiatto la porcheria...

In alternativa, caro Gisus,
potresti partecipare assieme al mutumattu,
alla modica cifra di duemila dollari,
alle lezioni di rimorchio e autostima
tenute dai neo casanova
che tanto entusiasmano gli sfigati.

Oppure, oppure, Caro Patucchi,
anzichè dannarti per un amore non corrisposto,
potresti accontentarti dell'amore di Danelia Gracchietti,
o di Ganuela Mastromostri o di Alfia Dorelli.

Oppure, infine, potresti partire per l'India o il Burundi
e comprarti una schiavetta
che soddisfi i tuoi impuri desideri carnali.

Vi è da aggiungere, infine,
che nella remota ed eventuale ipotesi che tu trovassi l'amore,
di certo per te le tribolazioni non verrebbero meno:
se non sarai in grado, prima di tutto, di recidere
o quantomeno regolare, attenuare e normalizzare
il morboso vincolo che ti lega,
alla stregua d'un infante, a Barina e Lucano.

Tu stesso, lucidamente, una volta,
prendesti atto di una tale necessità, ne "il cordone".

Nel finale di quella storiella,
il cordone, come per incanto, si scioglieva da sè.
Ma nella realtà, nella vita, le cose stanno diversamente
caro Gisus.
Nella realtà, ahimè, i cordoni vanno recisi
con un atto di volontà.
Altrimenti....