mercoledì 24 giugno 2015

la cremina della felicità (storia di M.)

La conobbi dieci mesi fa.

Stava a una fermata del bus.

Ballava scuotendo le chiappotte
mentre ascoltava orribili
canzonette rumene
con le cuffiette.

Lo show
attirò la mia attenzione.
Mi avvicinai per osservarla meglio.

Quel viso e quelle chiappotte
meritavano d'essere sborrati.

Orecchini pacchiani a forma d'aquilone
rubati in una merceria cinese.
Sgargianti stracci di nailon,
anch'essi cinesi.

Biondina.
Nanerottola.
Viso d'una bambola.
Occhi azzurri.
Carne bianca come il latte.
Gambe corte e tozze.
Piedi piccoli e tozzi, come quelli d'un australopiteco.
Zizze piccole e avvizite
non in grado di avvolgere grossi membri
ma comunque buone da ciuccià.
Ventre flaccido con lieve pancetta.
Culetto sodo e pieno,
ideale da manducare
e sfondare a pecora.
I capelli odoravano di sebo.
Le ascelle di cipolletta.

Cos'aveva questa nanerottola rumena
che mi eccitava,
abituato com'ero a fottere
fighette profumate e fottomodelle russe?
Non lo so: fatto sta che vicino a lei
il cazzo mi scoppiava.

La biondina ci sapeva fare.
Lo prendeva in bocca senza guanto
manducandolo con dolcezza
mentre tanta bella saliva colava.
La fica stretta si sfondava come burro: una delizia.

Ora la porto a casa.
Due ore di furibondo piacere,
a scopare e riscopare finché
il pizzo s'intosta.

Un pò di musica
e mi scuote le chiappotte e la fighetta
sotto il naso.
Alle ragazze piace piacere
e far rizzare cazzi:
è nella loro natura profonda
far le puttane...segno di fecondità e salute.

Tra una ficcata e l'altra mi racconta
aneddoti della sua stravagante vita.

Con le tue avventure
potresti scrivere un libro cara M.
Potresti venderlo a pippari
e intascare qualche soldino.
So che non lo farai.
Per te i libri sono carta per accendere
il camino.

E allora in tuo onore
scriverò qualcosa io per te.
Per ricordare al mondo che donna
incredibile sei.

Quando arrivasti nello stato pontificio
al seguito d'un pappone zingaro,
eri una ragazzetta timida e cicciottella.
Non parlavi l'italiano e non sapevi fare le pimpe.
Nascondevi i soldi nelle lattine vuote
della pipsi cola.
Imparasti a ciucciarlo
esercitandoti con le banane.

Poi il pappone fu accoppato a pistolettate.
Eri libera, non dovevi spartire i soldi con nessuno.
Dovevi sposare un avvocato rumeno.
Il giorno del matrimonio hai mandato tutto all'aria
e sei andata a fare la mignotta.
Poi hai sposato un povero disgraziato:
lo hai accannato dopo averci fatto
un pupetto.
Il baccalà è ancora innamorato:
ma con una birbantella non c'è speranza.

Hai anche un altro figlio
avuto con un altro tizio.
A quanto ne so lo hai denunziato
per papponaggio
all'uopo di evitare che ti togliesse il pupo.

Nella vita non hai fatto solo la buttanella:
per un certo periodo consegnavi pane ai negozi
con un furgone; ti alzavi alle quattro
e partivi; alla sera tornavi
a scuotere le chiappotte sul marciapiede,
per arrotondare il salario.
La ditta, d'un anziano cliente,
ti aveva persino messo in regola.

Il giorno dell'esame guida
partisti di quinta.
La macchina puzzava e fumava:
ti accorgesti che il freno a mano era tirato
dopo aver percorso trenta chilometri.
Una volta per tornare a casa
imboccasti il raccordo
contromano: la polizia invece d'arrestarti
fu così gentile da accompagnarti all'uscita giusta
lungo la corsia d'emergenza, sempre contromano.

Guidi come una pazza a duecento all'ora
e con l'assicurazione falsa.
Lamentandoti di me, che secondo te prendo tutte le buche.
Cambi auto con la frequenza con cui cambi mariti:
da ultimo hai comprato un'alfia romeo grigia
e per rimetterla a posto hai speso cinquemila neuro.
(un vero affare).

Una volta l'alfia romeo non partiva.
La batteria s'era scaricata.
Amò puoi venì?
Vengo ma non so come aiutarti.
Fidate, me serve solo la tua batteria.
Fantastico -penso. Resterò a piedi anche io.

Arrivo e con un corredo di chiavette inglesi,
dopo una serie di smontaggi e rimontaggi di batterie
(da me eseguiti) che non sto a descrivere,
rimettiamo in moto l'alfia romeo
e la zat.

Hai visto quante cose famo insieme?
Scopamo, famo i mecanici...divertente no?
Senz'altro-rispondo, con le mani nere
e i polpacci punti dalle zinzare.

La bacio e me ne vado.
Per chiudere in bellezza la serata
la birbantella dimentica il telefonino sulla cappotta
dell'alfia romeo e lo perde.

Un'altra volta accompagno la birba
al tribunale di Merdetri
per una testimonianza che doveva
rendere in un processo per usura (mi pare).
Degli sbirri l'avevano vista ai pratini mentre riceveva
le minacce d'un trans messicano
e volevano che testimoniasse la circostanza.
Gli sbirri le rompevano le palle
da un anno con atti di citazione a teste
notificati sinanco durante il coito.
L'udienza era fissata a mezzogiorno.
Si fanno le tre e mezzo e finalmente la chiamano
(intanto il cazzo mi scoppia).
Come si chiama?
M. Z.
Che lavoro fa?
Attualmente non occupata.
Il giorno ics era nel posto ics?
Si.
Un avvocato dice qualcosa ai giudici circa
l'attendibilità del teste.
E' ritornata sul posto ics?
No.
Può andare.

M. si alza.
E' incazzata.
Tre ore ad aspettare
quattro domande imbecilli.
Fuori dall'aula
manda a cagare giudici e avvocati.

Annamo a scopà amò.

I tuoi clienti sono per lo più sessantenni dal cazzo moscio:
c'è di tutto, da quello che beve la pipì
a quello che ti massaggia i piedi tozzi per due ore
senza manco tirarselo fuori per una sega.

Da parte mia
vorrei mozzicare e sborrare
i tuoi chiappotti per l'eternità.

Ieri, dopo due ore a pistonà
e dieci mesi che ci frequentiamo
ho visto il nettare del piacere
sulla tua bella fica rosa.

Cos'è quella cremina?
E' la cremina della felicità...

Voglio sfondarti la fregna cara M.
Sopratutto voglio farti godere.
Voglio la tua cremina in abbondanza.

Voglio il tuo nettare
perchè mi fa sentire felice e virile.