giovedì 2 agosto 2012

la certezza

Io non chiedo né pane, né gloria, né compassione.
Non domando abbracci alle donne o soldi ai banchieri
o elogi a' « geniali ». Di codeste cose fo a meno o le
guadagno o rubo da me.

Ma chiedo e domando, umilmente,
in ginocchio, con tutta la forza e la passione
dell'anima mia, un po' di certezza ; una sola, ma piccola
fede sicura, un atomo di verità ! Io vi prego e vi
scongiuro, per tutto quel che avete di più caro e di
più prezioso, per la vostra vita, per la vostra amata
di oggi, per la vostra idea preferita, di dirmi se c' è
tra voi chi abbia quel che cerco, se v' è qualcuno che
sia certo, che conosca, che sappia, che viva e si mova
nel vero.


Io non ho cercato che questo. Fin da bambino non
ho vissuto che per questo. Ho picchiato a tutte le porte,
ho interrogato tutti gli occhi, ho domandato a tutte
le bocche e ho scandagliato mille e diecimila cuori
invano. E invano mi son buttato nella vita fino al
punto di affogare e di vomitare, e invano, sempre invano,
mi son sciupato gli occhi sui libri vecchi e sugli
ultimi e mi son fatto rintronar la testa dall'urlare
de' filosofi rivali e invano, eternamente invano, ho provocato
gli echi interiori e ho preparato con umiltà le
vie della rivelazione. Ma niente, ma nulla è venuto
e nessuno ha risposto.

Nessuno ha risposto in modo da spengere ogni voglia
e bisogno di chiedere ancora ; niente è venuto
che abbia calmato il cuore troppo impaziente e abbia
saziata quest'anima mia, sitibonda come un deserto.
Tutti i tentativi e le prove e gli sforzi non sono stati
inutili : molte pareti son cadute, molti muri sono stati
atterrati e squarciati, alcuni pian piano, come rena
che si sfascia, altri con gran rumore, come se una nuova
terra scoppiasse fuor dell'antica. Ma dietro ogni parete
c'era il vuoto ; al di là d'ogni muro c'era il buio
e l'eco era talmente singolare che ad ogni sì di speranza
tornava indietro uno stanco no senza fine.

Nessuno potrà dire eh' io non abbia avuto coraggio.
Ricordo ancora le notti lunghe, serene, vegliate
all'aperto, coll' illusione dell' infinito nell'anima, sotto
quei cieli e quelle stelle che ti riempiono di santità e ti
puliscono il pensiero da' bestiali colori del giorno...

E mi son chinato sul vetro del microscopio : e cosa ho
visto ? Quel che vedo ogni giorno cogli occhi nudi :
piccoli esseri in un piccolo mondo che l'un l'altro
s' ingoiano.
Vennero anche gli uomini della fede e quelli incaricati
di serbare la fede. E tutti i loro discorsi non riuscirono
a mettere in me la fede ch'era nelle loro parole
e dove c'eran le parole non c'erano i fatti ; e dove
c'erano le parole il mio spirito maledetto scorgeva
gì' inganni, gli orgogli, le illusioni, le ignoranze, le fintaggini,
i comodi, i calcoli e tutto ciò che vuol fare
d' Iddio un servitore dell'uomo.

Neppur coi filosofi ebbi fortuna : i migliori eran
grammatici che a forza di affilare la falce facevan cader
secca in terra la messe prima di mieterla e gli altri
eran poeti fuori di strada, energumeni senza grazia
che disegnavano giorno e notte, per immaginarie città
celesti dove nessuno può vivere, lunghe alte e ricche
facciate senza stanze dietro.

E da nessuna parte nessuna verità. Una verità,
intendo, di quelle che fanno cader colla faccia in terra
come i fulgori divini e illuminano con luce inestinguibile
il fuori e il dentro : l'uomo e la sua immagine.
E da nessuna parte nessuna certezza.
Di ogni cosa ho
veduto il prò e il contro e il prò del contro e il contro
del prò ; tutte le idee eran diamanti e prismi, ed erme
quadrifronti e sfingi con mille risposte a dieci dimande.
Di nessuna cosa nessuno può dire : È cosi e non altrimenti.
A nessun problema si può rispondere in una
maniera sola e soltanto in quella maniera. Ogni uomo
che parla ha una sua ragione e chi parla contro di lui
ha pure la sua ed ha la sua anche colui che parla contro
il primo e il secondo e un possibile quarto. Volta
per volta ci tocca ad assentire : anche il pazzo ha i suoi
argomenti e bisogna ascoltarli con saggezza.

Scettico io ? No — disgraziatamente. Neppure scettico.
Lo scettico è fortunato : una fede gli rimane, la
fede nella impossibilità della certezza.
Egli può esser tranquillo e, se gli accomoda, dogmatico.
Ma io no. Io non credo neppure alla vanità di
ogni ricerca e non son certo neppure dell' inesistenza
della certezza. Fra le cose possibili v' è anche questa :
che la verità si trovi e che qualcuno la possegga.
Cosa vuol dire ch' io non l'abbia trovata e ch' io
non la possegga ?

Ma non parole, veh ! non inganni, non frottole,
non speranze da ragazzi o chiacchiere da donne.
Voglio una certezza certa — anche una sola ! —
voglio una fede indistruttibile — anche una sola. Voglio
una verità vera, anche piccola, anche meschina, —
una sola!
Ma una verità che mi faccia toccare la sostanza
più interna del mondo ; il sostegno ultimo, il
più solido ; una verità che s' impianti da sé nella testa
e non faccia più concepire ciò che a lei contraddice ;
una verità, insomma, che sia una conoscenza, una conoscenza
vera e propria, perfetta, definitiva, autentica,
indiscutibile.

Senza questa verità non riesco più a vivere e se
nessuno ha pietà di me, se nessuno può rispondermi,
cercherò nella morte la beatitudine della piena luce
o la quiete dell'eterno nulla.

(Giovanni Papini)