giovedì 16 dicembre 2010

Meursault

Meursault è l'uomo del paradosso assoluto.
Nega e accetta l'assurdo allo stesso tempo.
Lo nega perchè accettando di essere condannato a morte senza difendersi decide di liberarsi di tutto, della vita e quindi dell'assurdità della vita.
Al contempo col suo silenzio, con il suo no definitivo tiene una condotta assurda.
Meursault è quindi fedele all'assurdo.
Per essere fedele all'assurdo non può che immolarsi ad esso.
In ciò Meursault assomiglia a Socrate.
Socrate si immola per la Verità, Meursault per niente.
Il suo sacrificio è senza senso.
Tutto è senza senso, perciò una cosa vale l'altra: il silenzio, l'amore inutile di Maria, il cane di Salamano che scompare, l'indignazione del pubblico ministero, il funerale della mamma.
Si può prendere qualsiasi direzione perchè tanto tutte portano all'assurdo.
Il cinismo è la via più breve.
Il prete vorrebbe fargli uscire almeno una lacrima.
Ma il suo cuore è un deserto.
Non esce niente, salvo un urlo straziato.
Questo grido, che rompe un silenzio quasi ininterrotto, rappresenta l'unico brandello di umanità che Meursault concede al lettore.
Gridare è umano, tacere è assurdo.
Eppure nell'assurdo c'è qualcosa di commestibile.
Meursault se ne accorge.
Ancora una notte lo separa dal boia.
E in quella placida notte d'estate tutti i profumi della vita vengono a sedurlo ammantati nella veste del ricordo.
Il cinico cede al piacere.
Ma Meursault non è Faust, anzi è l'anti Faust.
Faust vuole essere salvato, una lacrimuccia può commuovere Dio.
Meursault no.
Tutte le fragranze della vita sono lì, nude, ma rimangono sterili, senza conseguenza.
Meursault se ne lascia inebriare, ne gode, senza la disperazione di chi sta per perdere tutto.
Per questo Meursault è assurdo.
Perchè nell'equazione assurda del suo cinismo riesce a vivere e a morire -e a godere-senza disperazione.
Chi invece resterà dopo di lui, dopo che il boia avrà eseguito la condanna, dispererà perchè si opporrà all'assurdo che tutto concede e tutto toglie.
Solo chi spera può disperare.
Bisogna immaginare Meursault felice.
Non è poi così assurdo.